“Nonostante il cessate il fuoco dichiarato di 60 giorni, le conseguenze della guerra e dei bombardamenti rimarranno con noi per molto tempo”, avvertono infatti i salesiani presenti nel Paese dei Cedri. “Il sud del Paese è devastato dai bombardamenti e la maggior parte delle persone che hanno dovuto lasciare le loro case e non hanno un posto dove tornare. Villaggi, città e persino quartieri di Beirut non esistono più”, aggiungono.
“L’impatto della guerra - riportano - si sta ripercuotendo anche sull’economia del Paese e sta lasciando molte persone in una posizione molto vulnerabile, soprattutto quelle che già si trovavano in situazioni difficili. Il Libano sta affrontando uno scenario socioeconomico molto debole”, descrivono con chiarezza i Figli di Don Bosco.
I quali, comunque, hanno già reso noto che continueranno a prendersi cura degli oltre 100 sfollati del centro di El Houssoun e delle 300 famiglie in situazione di vulnerabilità. “Non possiamo lasciare da sole tutte queste persone che stanno soffrendo. Dobbiamo creare spazi sicuri per i bambini, continuare a offrire loro sostegno e assistenza riguardo a ciò di cui hanno bisogno e, soprattutto, mantenere l’accesso all’educazione, per evitare di perdere per strada un’altra generazione. Anche l’istruzione, infatti, sta soffrendo molto, perché molte famiglie non possono permettersi di mandare i loro figli a scuola”, conclude don León, già Superiore dell’Ispettoria salesiana “Gesù Adolescente” del Medio Oriente (MOR).
In considerazione della gravità della situazione, “Misiones Salesianas”, la Procura Missionaria salesiana con sede a Madrid, ha aperto la sua campagna “Emergenza Medio Oriente” per continuare a sostenere le persone vulnerabili e le attività salesiane a favore dell’educazione e della protezione dei bambini e dei giovani: e al tempo stesso si unisce alla comunità internazionale nel chiedere alle parti in conflitto di fare ogni sforzo per trovare una pace duratura per la regione.
Quel che è certo che fino a quando ci sarà bisogno i salesiani in Libano continueranno a prendersi cura degli sfollati e delle famiglie più vulnerabili, come hanno sempre fatto.