Italia – Sulle orme di don Giuseppe Quadrio, Maria Troncatti e don Carlo Braga

21 Ottobre 2024

(ANS – Vervio) – Nei giorni 19 e 20 ottobre 2024 si è svolta la tradizionale commemorazione del Venerabile don Giuseppe Quadrio (1921-1963), promossa dalla parrocchia “Sant’Ilario” di Vervio e dall’Associazione “Amici di don Quadrio”. Nella serata di sabato 19 a Tirano il salesiano polacco don Łukasz Pawłowski ha sviluppato il tema “Don Quadrio e i giovani”, presentando alcune esperienze educative della vita di don Quadrio come quella tra gli sciuscià, ragazzi di strada, negli anni degli studi a Roma, e quella tra i giovani carcerati della “Generala” a Torino, che visitava con i giovani chierici salesiani della “Crocetta”.

A questi ragazzi rivolgeva la parola in modo tale da conquistare tutti. “Chi siamo? Perché siamo venuti?”, si chiedeva durante un incontro avvenuto nel 1959. E così rispondeva: “Per una ragione semplice. Scommetto che non l’indovinerete mai! Siamo qui perché vi vogliamo bene… Vi vogliamo bene, perché siete giovani, non per un’altra ragione. Vi vogliamo bene. E c’è un motivo ancora più bello e toccante. Ve lo diciamo sottovoce, in confidenza, con il cuore: perché voi non siete stati sempre fortunati, avete sofferto e state soffrendo ancora. Ve lo leggiamo negli occhi troppo seri, nel vostro volto di adolescenti già solcato dalla sofferenza. Cari amici, la vita è stata dura per voi. Noi vi comprendiamo. Non è stata sempre, né tutta colpa vostra. Noi al vostro posto avremmo fatto molto peggio. Forse qualcuno tra voi, sarà stato anche un po’ colpevole. E chi non ha mai sbagliato nella propria vita? Ma più colpevoli sono coloro che potendo e dovendo, non vi hanno aiutato e amato abbastanza. Noi siamo qui stasera a fare un doveroso atto di riparazione, cioè a chiedervi perdono per tutti quelli che vi hanno fatto del male, che non vi hanno amato, che non vi hanno dato una mano fraterna. Siamo qui a promettervi solennemente che noi tutti faremo quanto potremo, per impedire che questo si debba ripetere per voi e per gli altri ragazzi che potremo avvicinare”.

Don Pawłowski ha commentato questo discorso di don Quadrio raccontando come la testimonianza sacerdotale e educativa di don Quadrio abbia segnato la sua storia vocazionale e il suo ministero educativo tra i ragazzi, anche quelli difficili, come nelle carceri romane di Rebibbia o nelle carceri della Polonia. Per lui don Quadrio è un modello e un amico che ispira tutta la sua vita e la sua missione di salesiano prete.

Domenica 20 nella chiesa parrocchiale di Vervio don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale delle Cause dei Santi della Famiglia Salesiana, ha presieduto l’Eucarestia e ispirandosi alla Parola di Dio del giorno ha presentato tre figure di santità della Famiglia Salesiana, tutte originarie di quelle terre, che hanno vissuto lo stile di Gesù: il servizio.

-        Il Venerabile don Giuseppe Quadrio che nella sua immaginetta di Prima Messa scrisse un vero-programma di vita spirituale e apostolica: “Pregate fratelli: O sommo ed eterno sacerdote che l’umile tuo servo hai costituito vicario del tuo amore concedigli un cuore sacerdotale simile al tuo: dimentico di sé, abbandonato allo Spirito Santo, largo nel donarsi e nel compatire, appassionato delle anime per tuo amore».

-        La Beata Maria Troncatti (1883-1969), nativa della vicina Corteno Golgi (Brescia) e missionaria nella foresta amazzonica dell’Ecuador tra gli indios Shuar, ricordando la sua straordinaria carità e premurosa maternità verso i salesiani, a cui parlava maternamente e con confidenza. Non pochi di essi testimoniarono: “Se sono prete, se sono salesiano, lo devo a lei”. E inculcò questo amore per i sacerdoti e per i consacrati anche alle consorelle: “Non aspettino che loro chiedano, poiché non lo faranno; gli preparino ciò di cui hanno bisogno”. Uno dei missionari di allora, don Giovanni Vigna, ha lasciato questa testimonianza di suor Troncatti: “È l’incarnazione stessa della semplicità e della furbizia evangeliche. Con quale squisita maternità conquista i cuori! Trova ad ogni problema una soluzione che risulta, alla luce dei fatti, sempre la migliore. Non dimentica mai che deve fare con esseri deboli e peccatori. L’ho vista trattare la natura umana sotto tutti gli aspetti, i più miserevoli anche: ebbene li ha trattati con quella superiorità e gentilezza che in lei era cosa spontanea e naturale. Ciò che mi sorprende è che in tutto e sempre rimaneva squisitamente donna. Direi quanto più vergine, tanto più madre”.

-        Infine, il Servo di Dio don Carlo Braga (1889-1971), nativo di Tirano, missionario in Cina e fondatore della presenza salesiana nella Filippine. Don Cameroni ha ricordato come uno dei giovani missionari della 155ª Spedizione Missionaria Salesiana, Krešo M. Gabričević, dall’Ispettoria della Croazia (CRO), abbia parlato di don Braga come modello di grande missionario di cui vuole seguire lo stile di vita: “Un modello che desidero seguire è il Servo di Dio, Carlo Braga, conosciuto come il ‘Don Bosco delle Filippine’ per la sua capacità unica di incarnare lo spirito salesiano in un contesto culturale diverso. La sua straordinaria umiltà e adattabilità gli hanno permesso di costruire relazioni profonde con le persone che serviva, rispettando le tradizioni locali e, allo stesso tempo, portando il messaggio di Cristo con gioia e semplicità. Ha saputo unire educazione, fede e servizio con un cuore aperto a tutti, senza mai perdere la vicinanza ai giovani e ai più poveri. Don Braga era un missionario che non solo insegnava, ma imparava anche dalle persone con cui lavorava, trasformando la sua missione in un autentico scambio di amore e fiducia”.

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