Stati Uniti – Nella Giornata Internazionale dei Migranti, “Salesian Missions” evidenzia i programmi condotti in favore dei giovani migranti
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18 Dicembre 2023

(ANS – New Rochelle) – Ogni anno il 18 dicembre viene commemorata la Giornata Internazionale dei Migranti, per riconoscere gli sforzi, i contributi e i diritti dei migranti di tutto il mondo. In questa occasione, le organizzazioni umanitarie e l’intera comunità internazionale si uniscono per onorare quest’importante data. A tutte queste istituzioni, si aggiunge anche “Salesian Missions”, la Procura Missionaria salesiana di New Rochelle, negli Stati Uniti, che evidenzia i programmi condotti in favore dei migranti, soprattutto dei più giovani.

Secondo il nuovo Rapporto sullo Sviluppo Mondiale 2023, circa 184 milioni di persone, ovvero il 2,3% della popolazione mondiale, vivono al di fuori del proprio Paese di origine. Quasi la metà di loro si trova in Paesi a basso e medio reddito. Questa statistica, inoltre, comprende anche i 37 milioni di rifugiati che sono stati costretti a lasciare le loro case a causa di guerre, disastri naturali e altre grandi sofferenze.

I giovani molto spesso decidono di lasciare il proprio Paese in cerca di un lavoro, di un’istruzione o comunque di uno stile di vita migliore. Le Nazioni Unite hanno rilevato, infatti, che i giovani sono fortemente rappresentati nelle migrazioni per motivi umanitari, come rifugiati, richiedenti asilo e minori non accompagnati.

I salesiani si prendono cura e forniscono servizi educativi ai giovani migranti nei Paesi di tutto il mondo. I giovani migranti non accompagnati spesso affrontano il rifiuto della popolazione nella nuova terra, la mancanza di una casa, lo sfruttamento e la delinquenza durante i viaggi. Sono anche a rischio di traffico di esseri umani e sfruttamento.

“Indipendentemente dalle ragioni che spingono i giovani a lasciare la loro patria per un altro Paese, i programmi salesiani li aiutano ad avere una transizione più facile nelle loro nuove comunità, attraverso la formazione linguistica, competenze e programmi di sviluppo della forza lavoro - ha spiegato don Timothy Ploch, direttore ad interim di ‘Salesian Missions’ -. I salesiani lavorano anche per creare nuove opportunità di istruzione e di lavoro nei Paesi che i giovani lasciano, come incentivo a rimanere in patria”.

Nel mondo, i programmi di “Salesian Missions” rappresentano spesso un autentico cambiamento di vita per coloro che ne beneficiano.

Si tratta di programmi come il progetto “Sunrise”, portato avanti dai Salesiani in Egitto dal 2014, per aiutare i rifugiati ad acquisire le competenze necessarie per l’occupazione o il lavoro autonomo. Reso possibile grazie ai finanziamenti di “Salesian Missions”, il progetto ha migliorato i mezzi di sussistenza e la qualità della vita di oltre 3.000 rifugiati dell’Africa subsahariana, yemeniti, siriani ed egiziani vulnerabili. È arrivato ad accompagnare, nell’ultimo anno, 498 tirocinanti attraverso 12 diversi laboratori. In totale sono stati 375 i diplomati finali, il 77% dei quali era costituito da rifugiati e il 44% da donne. Alla fine, 134 tra i partecipanti ai laboratori hanno trovato un impiego formale, e 80 tirocinanti hanno ricevuto una sovvenzione di avviamento e un tutoraggio individuale per avviare la propria attività.

Ad Addis Abeba, capitale dell’Etiopia, che accoglie più di un milione di profughi dal continente, in 30 mesi il progetto pilota del “Global Solidarity Fund” ha cambiato la vita a più di 1.500 migranti “di ritorno”, rifugiati e sfollati interni. Ad occuparsi della loro formazione sono state cinque congregazioni religiose, tra cui i Salesiani di Don Bosco e Figlie di Maria Ausiliatrice, sotto il coordinamento dall’arcidiocesi. Ad oggi oltre il 70% ha già trovato lavoro.

Il Progetto Salesiano “Tijuana”, in Messico, è impegnato in favore delle persone più vulnerabili della città di Tijuana, soprattutto migranti e rifugiati. Il Centro Salesiano ospita un refettorio e altre attività legate al progetto. Dal 1987 fornisce servizi ai migranti e ai giovani poveri che vivono al confine tra Messico e Stati Uniti e si pone come obiettivo quello di creare una rete educativa capillare in aree dove i giovani poveri sono a rischio di esclusione sociale. Il progetto ha preso forma attraverso gli oratori e i centri educativi salesiani, dove i bambini crescono imparando a condividere la fede, la cultura e lo sport all’interno delle loro comunità.

In Spagna, infine, la “Fondazione Don Bosco” fornisce educazione e supporto ai giovani migranti, sviluppando progetti per sostenere i giovani in strutture residenziali, nonché servizi per l’educazione e lo sviluppo della forza lavoro. Yassin Halim e Jimmy Samuel sono due giovani che hanno ricevuto l’assistenza della “Fondazione Don Bosco”. Grazie ai Salesiani, Halim ha aperto il suo salone di parrucchiere a Santa Cruz de Tenerife e lo ha chiamato, per riconoscenza, “Don Bosco”. Jimmy, arrivato dal Venezuela, ha iniziato a lavorare in Spagna, dimostrando grande perseveranza e gratitudine per il sostegno e le opportunità ricevute, senza mai perdere il sorriso.

Fonte: Salesian Missions

InfoANS

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