Allievo salesiano
Nell’estate del 1946, in prossimità del suo decimo compleanno, Mario Vargas Llosa si trasferì con la madre a Piura, dove il nonno materno Pedro Llosa era Prefetto del dipartimento. All’epoca José Luis Bustamante y Rivero, cugino del nonno, era Presidente della Repubblica (sarebbe stato rovesciato nel 1948 dal golpe del generale Manuel A. Odría, nel cui regime avrebbe ambientato una delle sue opere più grandi: Conversazione nella Cattedrale).
Fu il nonno Pedro Llosa a iscrivere Mario quell’anno alla Scuola Salesiana di Piura. In quanto massima autorità governativa del dipartimento, la sua scelta è significativa per comprendere l’importanza dei salesiani in quella regione a metà del XX secolo.
Lo scrittore ha ricordato tutto questo nelle sue memorie: “Il nonno ci incontrò all’aeroporto di Talara e mi diede una cartolina con la facciata del Colegio Salesiano de Piura, dove mi aveva già iscritto al quinto anno di scuola elementare” (Il Pesce nell’Acqua, 1993).
Tuttavia, la sua esperienza iniziale non fu del tutto piacevole, secondo la sua testimonianza: “Il mio primo incontro con l’Istituto Salesiano e con i miei nuovi compagni di classe non fu affatto positivo. Erano tutti di uno o due anni più grandi di me, ma sembravano ancora più grandi perché dicevano parolacce e dicevano sciocchezze che noi, a La Salle, a Cochabamba, non sapevamo nemmeno che esistessero” (Il Pesce nell’Acqua). Egli nota persino che alcuni compagni di classe si prendevano gioco del suo accento e dei suoi “denti da coniglio” (Idem). Tuttavia, vi coltivò anche amicizie che mantenne per tutta la vita, come quella con Javier Silva Ruete, che lui chiamava “el gordito” (il cicciottello) e che sarebbe stato Ministro dell’Economia del Perù per più di un governo tra la fine del XX secolo e l’inizio del XXI.
Il breve periodo trascorso nelle aule salesiane segnò un prima e un dopo nella sua vita, anche se forse in modo diverso da come avrebbero voluto i suoi insegnanti. Fu lì che imparò, come spiega nella sua testimonianza, il linguaggio maschile profano che avrebbe poi utilizzato nella sua produzione letteraria. Allo stesso modo, grazie al contatto con la compagna di classe Silva Ruete (che, da bambina come lui, scoprì partecipare e portare uno striscione a un comizio di Víctor Raúl Haya de la Torre, fondatore dell’Alleanza Popolare Rivoluzionaria Americana), imparò cosa fosse una manifestazione di partito e sperimentò la dimensione politica dell’individuo: un altro asse fondamentale della sua opera scritta e della sua vita pubblica.
In quell’anno scolastico 1946, il Direttore dell’Istituto Salesiano di Piura era don José Sáfarik, il catechista era don Francisco Dañek e il consigliere della scuola elementare era don Mario Genero.
La sua ammirazione per l’Opera di Don Bosco
Quasi sette decenni dopo, nel marzo 2013, già scrittore affermato e vincitore del Premio Nobel per la letteratura, Vargas Llosa si recò a Chacas (Ancash), una città situata a 3.300 metri di altitudine, per festeggiare il suo 77° compleanno. Aveva sentito parlare del lavoro del sacerdote salesiano Ugo de Censi (1924-2018) e voleva vederlo di persona. La sua esperienza è stata immortalata nell’articolo “Chacas y el cielo”, pubblicato dal quotidiano spagnolo El País all’inizio di aprile 2013.
Descrivendo il contributo di don de Censi in quella parte della Cordigliera Blanca, scriveva: “Questo religioso un po’ anarchico e sognatore è, allo stesso tempo, un uomo d’azione, un realista, che, senza chiedere un centesimo allo Stato e mettendo in pratica le sue strane idee, ha realizzato una vera e propria rivoluzione economica e sociale a Chacas e dintorni”.
Questo articolo è stato trascritto integralmente dall’ANS, oltre che dai Salesiani del Perù e da vari media di tutto il mondo, dando così anche visibilità all’opera dei Figli di Don Bosco per i giovani e i poveri.
David Franco Córdova
Ricercatore Storico dell’Ispettoria del Perù
Fonte: Bollettino Salesiano del Perù
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