RMG – Incarnato per la nostra Salvezza
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11 Dicembre 2023

(ANS – Roma) – In questo tempo d’Avvento la riflessione missionaria per l’11 del mese del Consigliere Generale per le Missioni, don Alfred Maravilla, affronta un argomento complesso, ma fondamentale: la “salvezza”.

Il Credo che recitiamo ogni domenica risuona in modo particolare in prossimità del Natale: “Per noi e per la nostra salvezza... si è incarnato nel seno della Vergine Maria”. Fin dalla creazione Dio ha intrapreso un dialogo di salvezza con l’umanità, perché Egli desidera che tutti si salvino. Tuttavia, siamo eredi del peccato originale e di tutte le sue conseguenze, e con i nostri peccati ci allontaniamo da Dio.

La salvezza non è né il miglioramento di se stessi, né la piena realizzazione di sé, né il benessere fisico o economico, né la coesistenza pacifica tra i popoli. La salvezza è l’unione completa con la Santissima Trinità che ha un nome e un volto: Gesù Cristo, il nostro Salvatore. Inizia con la fede nella sua incarnazione, nascita, insegnamento, morte e risurrezione. Come “unico mediatore tra Dio e gli uomini” (1Tm 2:5-6), Gesù non solo ci mostra la via per incontrare Dio. Egli è la Via che ristabilisce pienamente la nostra amicizia con Dio. Ma non finisce qui.

La salvezza è una relazione viva con Dio che nasce nella fede, si esprime concretamente nel Battesimo, si fonda sulla grazia, è sostenuta dalla speranza, si sviluppa nel corso della vita con atti di carità e porta frutto nella gloria. È essere la nuova creazione di Dio. Gesù Cristo ha guarito la rottura che deriva dal peccato e ci ha introdotto nel processo di completo rinnovamento della somiglianza di Dio in noi. Grazie a Gesù, le nostre relazioni con Dio, con gli altri e con il creato sono guarite e rinnovate.

Siamo certi che Dio desidera la nostra salvezza aiutandoci fedelmente con la sua grazia. Infatti, ogni nostro atto di amore verso Dio e verso il prossimo è ispirato e sostenuto interamente dalla grazia di Dio. Infatti, la nostra salvezza è sempre un’iniziativa di Dio. Non la guadagniamo, né la meritiamo. Dio agisce per primo e stimola i nostri cuori a rispondergli, ma noi abbiamo la libertà di accettare o rifiutare il suo invito.

Il dono della salvezza, come l’amicizia umana, implica una serie di scelte di amore, a lungo termine, in modo da far crescere un rapporto impegnato. Anche se ora crediamo in Gesù, continuiamo ad avere il libero arbitrio, quindi possiamo ancora allontanarci da Dio. Ogni singolo giorno della nostra vita facciamo delle scelte che ci avvicinano o ci allontanano da Dio. Si tratta di un processo che dura tutta la vita e che richiede la nostra collaborazione per poter tornare a vivere e ad amare come ha vissuto e amato Gesù. Questo processo continuo trova il suo completamento solo in cielo, dove si gode della vita eterna in perfetta comunione con Dio.

La nostra società attuale fatica ad accettare la nostra fede cristiana che proclama che Gesù Cristo è l’unico mediatore e la via di salvezza (At 4,12) di tutta la persona umana e di tutta l’umanità. In effetti, Gesù è presente a noi nel suo corpo che è la Chiesa nella quale entriamo attraverso la porta del Battesimo (LG, 14). Perciò la Chiesa è un mezzo necessario attraverso il quale riceviamo la salvezza portata da Gesù Cristo.

La nostra comprensione imperfetta del dono della salvezza di Dio ci porta spesso a domandarci: Che ne sarà di coloro che non hanno mai sentito parlare di Gesù Cristo, del Vangelo o della Chiesa? Tutto ciò che è buono e vero nelle culture, nei popoli, nella scienza, nella tecnologia e nei movimenti sono “semi del Verbo” (AG, 11), riflessione di “un raggio di quella Verità che illumina tutti” (NA, 2). Perciò Dio, nel suo amore e nella sua misericordia, mette la sua grazia a disposizione di coloro che, senza colpa, non hanno mai avuto l’opportunità di conoscere Gesù Cristo o la sua Chiesa, eppure cercano sinceramente Dio e si sforzano nella loro vita quotidiana di fare la volontà di Dio così come la conoscono attraverso i dettami della coscienza (LG, 16). Lo Spirito Santo offre loro la possibilità di entrare in contatto con il mistero pasquale di Cristo “nel modo che Dio conosce” (GS, 22; AG,17) e di essere salvati dal Salvatore che non conoscono, ma che li ama altrettanto. Al contrario, questa possibilità, come pure il nostro rispetto e la nostra stima per loro, non possono costituire un ostacolo al loro diritto di conoscere la persona di Gesù Cristo, né può esimerci dalla missione di condividere con loro il messaggio evangelico di amore e giustizia.

Noi che abbiamo accettato il dono della salvezza siamo pieni di gratitudine. Questa si esprime nella nostra passione per Gesù e per il suo popolo. Facciamo nostro lo sguardo di Gesù, ardente di amore che abbraccia tutto il suo popolo e ci invia a essere vicini alla vita delle persone. I nostri cuori e le nostre vite si riempiono della gioia del Vangelo per annunciare la Buona Novella di nostro Signore Gesù Cristo (EG, 1, 264, 268).

Per la Riflessione e la Condivisione

1. Mi sforzo di crescere ogni giorno nell’amicizia con Dio?

2. Come vivo la nostra missione di condividere il messaggio del Vangelo?

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