Corea del Sud – Dr. Thomas Taban Akot: un medico da Tonj sulle orme di don Lee Tae-Suk

(ANS – Busan) – Thomas Taban Akot, Exallievo dell’opera salesiana a Tonj, Sudan del Sud, si è recentemente laureato presso la Facoltà di Medicina dell’Istituto Medico-Universitario Inje di Busan e ha superato l’esame di abilitazione in Corea. Nel suo percorso professionale e umano fondamentale è stato l’incontro con don John Lee Tae-Suk (1962-2010), medico e Salesiano coreano.

Come sei arrivato a studiare Medicina in Corea?

Sono stato fortunato. Mi consigliò don Lee. A Natale del 2009 ricevetti una telefonata da un medico che mi chiese se mi sarebbe piaciuto studiare Medicina in Corea. Inizialmente pensai che avrei dovuto studiare in inglese, ma poi ho passato molto tempo per imparare a padroneggiare anche il coreana.

Ricordi il tuo primo incontro con il compianto don Lee?

Sì, avvenne quando ero alle medie. Facevo il chierichetto a Tonj e don Lee mi invitò a far parte della banda musicale giovanile. Così ho imparato a suonare flauto e chitarra. La nostra banda è cresciuta fino ad arrivare a 30 membri e mi venne affidata la parte del sassofono. Ogni giorno osservavo don Lee che dopo la messa andava nel dispensario medico e aiutava tantissimi pazienti e tutti sembravano molto felici. Mi sono detto allora: “anch’io dovrei diventare come lui!”.

Chi era per te don Lee?

Ho trascorso con lui circa 8 anni. È difficile descriverlo in una sola parola. Ciò che è certo è che portava la gioia a tutti a Tonj. Parlava a tutti, giovani e anziani, senza eccezioni. All’inizio fu difficile per me avvicinarmi a lui, essendo lui sacerdote, ma poi superai la distanza. Quando penso a lui come medico, penso che è incredibile: soprattutto in Corea diventare medico significa ricevere grande prestigio e ricchezza. Ma don John rinunciò a tutto questo per venire a servirci nel nostro povero paese. È stata la sua scelta di vita.

Cosa sogni per il tuo futuro in Sudan del Sud?

Il mio primo obiettivo è concludere il tirocinio e il periodo di residenza e diventare chirurgo. Mi piacerebbe diventare come don Lee, per servire altre persone a Tonj. In realtà, desideravo tornare subito dopo la mia laurea, ma le autorità accademiche dell’Università di Inje mi hanno convinto a completare l’intera preparazione medica in Corea, dal momento che nel Sudan del Sud non ci sono ancora le migliori condizioni per farlo.

Don Lee è stato il tuo modello di vita?

Non ho mai riflettuto nella mia vita su chi fosse il mio modello di riferimento. Tuttavia quando ho incontrato don John e ho vissuto accanto a lui ho imparato molte cose. Non era solo un insegnante che trasmette conoscenze. Non ci ha mai insegnato come dovevamo vivere, cosa dovevamo fare… Ma osservandolo, mi sono reso conto che si avvicinava a tutti come un amico, con un “cuore umile”, per rendere felici gli altri. Questo è un atteggiamento prezioso della vita che ho imparato da don Lee. Quando morì la gente di Tonj piangeva come per un parente. Grazie a questo atteggiamento - fare sempre il primo passo verso gli altri - ho ricevuto in Corea molto aiuto da altre persone.

Fonte: Korean News Service

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