Spagna – Il futuro cardinale Don Ángel Fernández Artime: “Ovunque andrò e qualsiasi cosa mi verrà chiesto di fare, ci sarà sempre un’attenzione ai giovani, all’educazione, ai più vulnerabili”

(ANS – Madrid) – “Sono ancora quel ragazzino di Luanco, dove mi sento davvero a casa, tra la mia gente e i miei connazionali. È essenziale nella vita non dimenticare le nostre radici”. Don Ángel Fernández Artime, che verrà creato cardinale nel concistoro del 30 settembre, si esprime mantenendo sempre una naturale prossimità. Il X Successore di Don Bosco ha parlato della recente nomina a cardinale e di altri temi rilevanti in un’intervista concessa al programma “La Linterna” della radio “Cadena COPE”, della Conferenza Episcopale Spagnola.

Mai prima d’ora era stato creato cardinale un superiore in carica di una Congregazione religiosa. E, altra peculiarità della nomina di Don Á.F. Artime, quella di non essere neanche vescovo. “Continuerò ad essere lo stesso, con una responsabilità diversa, ma profondamente umano e profondamento solido”, ha però confidato il Rettor Maggiore al giornalista di Cadena COPE, Ángel Expósito.

Il X Successore di Don Bosco ha confessato di aver saputo della sua nomina quando il Santo Padre l’ha annunciata all’Angelus, e che non se lo aspettava minimamente. “Non ne sapevamo nulla, stavo esaminando alcune cose con un Ispettore salesiano e quando me l’hanno detto ho pensato che ci fosse un errore”.

Quando poi il Rettor Maggiore, nella giornata dell’11 luglio, è stato ricevuto in udienza dal Papa per ricevere da lui le disposizioni riguardanti le tappe successive a questa nomina, Don Á.F. Artime – che conosce il Papa sin dall’epoca del loro contemporaneo servizio a Buenos Aires – gli ha detto con confidenza: “Santo Padre, mi permetta di ricordarle una cosa: 10 anni fa, quando nella Sala Clementina accolse tutti i 267 salesiani del Capitolo Generale 27° (che lo aveva eletto Rettor Maggiore per il primo mandato, NdR), lei mi disse: ‘Eh, gallego, che ti hanno fatto!’. E ora sono io che le dico: ‘Santo Padre, che cosa mi ha fatto Lei!’. E devo dire che il Papa ha reagito con una risata di quelle proprio veraci, profonde”.

“Un salesiano non smette mai di essere tale, giusto?” ha chiesto il giornalista a Don Á.F. Artime, che ha affermato di “sentirsi molto felice di accompagnare i giovani nella vita. È nel mio DNA, e ovunque andrò e qualsiasi cosa mi verrà chiesto di fare, ci sarà sempre un’attenzione ai giovani, all’educazione, ai più vulnerabili, ed è questo che potrò offrire, insieme al mio stile personale, al mio nuovo servizio, dove cercherò di dare il meglio di me stesso, con il dialogo e il rispetto delle diversità".

Nell’intervista sono stati toccati anche altri temi. In merito alla formazione professionale, il futuro cardinale ha riportato: “Don Bosco ha iniziato con i primi ragazzi a Torino la cosa più vicina alla formazione professionale, che aveva già anche altri precedenti, come con San Filippo Neri. Ma è lì che è iniziata la missione salesiana, dove Don Bosco ha iniziato a insegnare i mestieri ai più giovani, dove i giovani di tutte le religioni e nazionalità finiscono per trovare un posto nella vita e la loro dignità è valorizzata”.

Sul tema delle migrazioni, e dei rifugiati, infine, ha commentato: “In un giorno come questo, 68 milioni di persone sono in movimento nel mondo… Una cosa è volersi occupare della sicurezza, ma dobbiamo tenere presente che una persona diversa non è un pericolo. Perché, se c’è qualcosa che ho appreso nei miei viaggi per il mondo salesiano, nei 118 Paesi che ho visitato, è quanto è ricca la diversità! È un tema da tenere in considerazione e la prima cosa da sapere è perché queste persone si spostano e perché emigrano. E se c’è qualcuno che conosce bene le migrazioni, siamo noi spagnoli”, ha concluso il Cardinale a proposito di questa realtà “che non può essere dimenticata”.

Fonte: COPE 

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