RMG – Il Consiglio Generale e Don Bosco: voci e testimonianze in prima persona. La parola a don Romero

(ANS – Roma) – “Ho scoperto la sua paternità in tanti volti dei salesiani che mi hanno mostrato il cuore di Don Bosco”. Don Gabriel Romero, Consigliere per la Regione America Cono Sud, racconta chi è per lui Don Bosco, come l’ha conosciuto e qual è il suo rapporto personale con il Santo dei Giovani.

Chi è Don Bosco per te?

Sento che è un padre e un amico, ho scoperto la sua paternità in tanti volti dei salesiani che mi hanno mostrato il cuore di Don Bosco, e sento davvero che è un amico. Infatti, in questi giorni in cui le riunioni del Consiglio si tenevano a Valdocco, mi piaceva passare un po' di tempo a chiacchierare con lui, come con un amico, raccontandogli cose e chiedendogli altre cose. Potrei anche dire che sento che è un buon intercessore. Lo prego di intercedere presso il nostro caro Padre Dio per i miei fratelli salesiani. 

Come l’hai conosciuto?

Nel collegio Tulio di Tucumán, una scuola salesiana dove ho avuto la grazia di trascorrere i miei anni di scuola secondaria. L'ho conosciuto nella persona dei salesiani di quella casa, l'ho conosciuto insieme ai giovani del mio gruppo giovanile, negli incontri, nelle missioni, nei campiscuola, nei teatri e nello sport. Mi è piaciuta l'atmosfera della scuola e dei gruppi giovanili di quel periodo. In quell'anno si celebrava anche il centenario della sua morte (1988) e la partecipazione al musical e al teatro mi ha aiutato a conoscere meglio la sua vita, le sue scelte e i suoi sentimenti.

Perché hai deciso di farti salesiano?

Improvvisamente mi sono reso conto che trascorrevo molto tempo a scuola, era la mia seconda casa, mi piaceva tutto. Quella gioia aveva a che fare soprattutto con le esperienze del gruppo giovanile, dell'azione cattolica, della formazione, dell’oratorio e delle missioni, e cominciò ad apparire il desiderio di dare tutta la mia vita al Signore, per servire i giovani. Sentivo che il Signore chiedeva al mio cuore di abbracciare molti, di espandersi, di essere generoso.

Qual è stato il tuo percorso vocazionale?

Ho fatto tutta la mia formazione come salesiano a Córdoba, tranne il Noviziato nella città di La Plata, con tutti i novizi dell'Argentina e del Paraguay, e il tirocinio nella città di San Juan, nell'ovest del paese. Come sacerdote ho lavorato pastoralmente nelle case di formazione (Noviziato, Pre-noviziato e Post-noviziato) e nelle scuole e parrocchie ad esse collegate. Negli ultimi quattro anni ho svolto il servizio di Ispettore nell’Ispettoria "Beato Artemide Zatti" nel nord dell'Argentina (ARN) fino al CG28.

C’è stata qualche persona che è stata un nuovo “Don Bosco” per te?

Sarebbe difficile pensare a una sola persona. A scuola ero amico di tutti i salesiani e mi piaceva che tutti erano vicini ai giovani, ognuno con le proprie caratteristiche e secondo le proprie responsabilità. In seguito, tutti i miei formatori mi hanno aiutato e accompagnato molto. Sono molto grato a tutti loro, veri amici e compagni di cammino.

Quali sono le caratteristiche di Don Bosco che più ammiri?

La chiarezza della sua opzione per i giovani più poveri e la sua presenza paterna in mezzo a loro, e come l'ha mantenuta fino alla fine della sua vita. La centralità di Dio nel suo cuore, il suo spirito missionario e la capacità di creare reti e legami con tutti i tipi di persone che potevano aiutare la sua missione.

Secondo te i giovani possono ancora trovare ispirazione in Don Bosco?

Sì, certo, penso che i giovani siano ispirati quando incontrano persone coerenti e audaci; sono commossi dalla testimonianza di una vita radicale e piena. E colpisce molto la forte opzione di nostro padre Don Bosco per i giovani più poveri, vivendo egli stesso in povertà e dedicandosi instancabilmente alla missione che il buon Dio gli chiedeva. Un Don Bosco consumato fino alle ultime forze e felice di poter dedicare le sue energie alla salvezza dei giovani colpisce, entusiasma e ispira impegno.

In che modo i salesiani possono essere nuovi Don Bosco per i giovani?

Noi salesiani siamo Don Bosco per i giovani quando vibriamo con i loro sentimenti, quando dedichiamo tempo all'ascolto, al dialogo, alla condivisione, quando li aiutiamo a trovare soluzioni, quando li amiamo bene e li aiutiamo ad amare bene gli altri, quando li incoraggiamo a impegnarsi, a essere protagonisti del cambiamento nella propria vita e nella società.

E in che modo Don Bosco ispira il tuo lavoro di Regionale?

Quando arrivo in una casa salesiana e in un'Ispettoria, penso a lui, al suo cuore missionario, a come la sua opera si è diffusa nel mondo, a quanto gli sarebbe piaciuto stare in mezzo a questa comunità, a questi giovani, a questi salesiani. Penso al suo cuore di padre che gode nel vedere i suoi figli coinvolti nella missione e che ringrazia continuamente Dio per la pluralità e la bellezza dell'opera salesiana in tutto il mondo.

Se potessi incontrare Don Bosco, cosa vorresti dirgli o chiedere?

Ringraziarlo della sua fedeltà a Dio e alla missione ricevuta; e chiedergli per tutti i Salesiani un cuore capace di amare intensamente come lui ha amato.

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