Durante la mattinata di lavoro sono state presentate le esperienze e le sfide concrete di ognuno, con le proposte per affrontarle al meglio (ad esempio, sul piano istituzionale, economico, organizzativo, ecc.). La condivisione delle buone pratiche è servita anche per riflettere sul ruolo fondamentale della comunicazione di chi si prefigge di annunciare il Vangelo.
Dopo l’introduzione di don Filiberto González Plasencia, Consigliere Generale per la Comunicazione sociale dei Salesiani don Bosco - che ha voluto insistere come il primo compito di un comunicatore cristiano sia in definitiva quello di far vedere Cristo, più che semplicemente ogni istituzione - è intervenuto il Rev. José María La Porte, decano della facoltà di Comunicazione istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce, il quale ha presentato alcuni indirizzi di ricerca e di studio prioritari, che potrebbero essere interessanti per tutti.
Nella seconda parte dell’incontro, sotto il coordinamento del Prof. Arasa, vice decano della facoltà di Comunicazione istituzionale, tutti i presenti hanno illustrato brevemente le peculiarità del lavoro della propria organizzazione. Alcuni dei temi emersi dalla discussione sono: l’importanza della formazione dei vertici di ogni organizzazione nel campo della comunicazione; il ruolo dell’interculturalità per gestire bene la comunicazione interna in organizzazioni che sono di carattere internazionale; la necessità di ripensare i contenuti della propria comunicazione, e di avere una visione strategica del proprio lavoro; l’aggiornamento continuo della formazione, con uno sguardo al futuro; e infine l’impegno di condividere le idee in un confronto permanente con le altre realtà della Chiesa.
L’accordo finale è stato quindi quello di continuare questi incontri informali con una cadenza trimestrale (il prossimo sarà a fine ottobre o all’inizio di novembre 2018). È comune convinzione che un “tavolo” di questo tipo aiuterebbe tutti coloro che lavorano in questo campo a uscire dalle proprie realtà locali e a conoscere nuove esperienze per focalizzare aree di intervento comune in occasione di eventi ecclesiali di prossima realizzazione.