“Trasformate il mondo con l’amore di Cristo” ha ripetuto il Papa, con la forza di chi in passato è stato parroco e conosce bene il lavoro con i ministranti. Molte volte è proprio tra i ministranti che germogliano e fioriscono i semi della vocazione religiosa e sacerdotale.
Papa Francesco ha posto ai presenti una domanda quasi imprevista. “Cosa posso fare io, oggi, per venire incontro ai bisogni del mio prossimo?”. Il Papa, in quanto pastore, sa che il servizio all’altare rappresenta più di un singolo momento della giornata, è piuttosto quell’incontro con Gesù che deve prolungarsi nel servizio agli altri, ai bisognosi.
Il gruppo “dei ministranti” o dei “chierichetti” è formato da bambini e bambine, ragazzi e ragazze tra gli 8 e i 15 anni, che si dedicano principalmente al servizio liturgico della Messa. La realtà di un chierichetto offre a tutti la straordinaria possibilità di sentirsi vicini a Gesù nell’Eucaristia e di servirlo direttamente.
Un chierichetto non ha bisogno di alcuna abilità speciale: solo il desiderio di essere coinvolto in qualcosa di veramente bello, poter stare cioè vicino a Gesù. Inoltre, non è solo un servizio “da bambini”, ma anche per quei giovani che desiderano vivere un viaggio e uno stile di vita felice.
Nell’incontro con le migliaia di bambini e adolescenti il Santo Padre ha insistito su un’idea: la santità. Ha detto loro che “è una missione grande, ma possibile. Per raggiungerla è fondamentale trasformare il mondo, vivendo l’amore di Cristo”. E ha anche insistito sul fatto che la santità “non è per i pigri. Ci vuole fatica” e c’è un compito per i chierichetti: “Camminare verso la santità”.