Nella newsletter mensile di maggio inviata a benefattori, sostenitori e amici di Don Bosco, il Direttore di “Don Bosco Nanum” ha annunciato la chiusura del progetto, a motivo delle circostanze in cui purtroppo oggi versa quel Paese, con milioni di civili in fuga dagli scontri e costretti a rifugiarsi nei Paesi vicini, come Uganda, Repubblica Democratica del Congo ed Etiopia.
Nonostante la chiusura del progetto ai tre quarti del risultato inizialmente previsto, non va sminuita l’enorme rilevanza di quanto fatto, che è riuscito nel suo intento di dotare migliaia di bambini svantaggiati della risorsa più importante per il futuro del Paese: l’educazione.
Il progetto venne ispirato dall’idea visionaria di due esperti missionari salesiani italiani, don Vincenzo Donati e il Salesiano Coadiutore Giacomo (Jim) Comino, che dopo tanti anni di missione in Corea del Sud vennero destinati all’Ispettoria dell’Africa Est (cui appartengono le opere salesiane in Sudan del Sud) rispettivamente nel 1981 e nel 1992. Inizialmente molti dubitavano della fattibilità di un così ampio progetto educativo, ma il loro coraggioso e coinvolgente invito alla generosità fu accolto con entusiasmo da molte persone di buona volontà, compresi l’allora Ispettore dell’Africa Est, don Gianni Rolandi, e Don Pascual Chávez, allora Rettor Maggiore, che diede il suo assenso all’iniziativa al termine della Visita d’Insieme alla regione Africa-Madagascar del 2012.
Le 74 nuove scuole erette, ciascuna dotata di quattro aule, sono il frutto dei gesti di generosità e solidarietà di tantissime persone: da quelle più note e con maggiori possibilità – come la campionessa olimpica e mondiale di pattinaggio artistico su ghiaccio Kim Yu-na, che dopo la sua conversione al cristianesimo ha donato da sola la somma necessaria per la costruzione di una scuola – a quelle che silenziosamente hanno messo a disposizione qualche risparmio. Nel dettaglio, la parte del leone la fanno i benefattori coreani, che hanno sostenuto ben 51 scuole, seguiti dai donatori italiani, con 18, e poi da quelli degli Stati Uniti (2), dell’Austria (2) e della Germania (1).
A sei anni di distanza dal lancio, il progetto “Cento Scuole nei Villaggi” resta un grande esempio e un’ispirazione per tutto il mondo salesiano a puntare in alto ogniqualvolta si abbia a che fare con l’educazione dei bambini o dei giovani poveri.
Fonte: AustraLasia
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