Una giornata costruita sulla fiducia e sulla testimonianza
Sotto il sole della California, la palestra si è trasformata. Burritos caldi, risate ai tavoli del check-in e musica nell’aria hanno reso questo spazio di accoglienza, un’autentica casa salesiana.
Juan Carlos Montenegro, il Direttore Esecutivo del centro, ha aperto la giornata invitando i giovani a viverla con coraggio. Poi sono arrivate le testimonianze che hanno animato la mattinata, con le storie di:
– Dulce Acosta, che ha condiviso la sua battaglia per la salute mentale e i conflitti familiari;
– Guillermo Piñon, che ha esortato gli adolescenti a riflettere su come le loro amicizie plasmino la loro identità;
– e Rafael Dominguez, che ha dato una potente testimonianza sull’immigrazione e sulla forza di portare avanti il proprio percorso.
Le loro storie non sono state solo dei buoni esempi di oratoria, ma come degli specchi in cui gli altri giovani si sono immedesimati, non solo ascoltandoli, ma relazionandosi in maniera autentica.
Fondati sulla ricerca, elevati verso un obiettivo
Prima di immergersi nei confronti in piccoli gruppi, gli adolescenti sono stati provocati con i risultati della precedente conferenza “Rise Up for Humanity”, presentati da Sierra, una ricercatrice universitaria. Il messaggio era chiaro: i problemi che i giovani devono affrontare sono reali e condivisi. L’isolamento, l’ingiustizia, la paura e l’esperienza di non riuscire a farsi sentire dal mondo non sono fallimenti personali, ma problemi sistemici.
Eppure, a tutto ciò non è seguita la disperazione, ma la determinazione.
Cosa hanno detto i giovani
Raggruppati in piccoli cerchi, i giovani partecipanti hanno affrontato due domande:
– Quali sono le maggiori sfide che dovete affrontare a Los Angeles?
– Cosa potete fare per migliorare la vostra città?
Le loro risposte hanno formato un vivido ritratto del presente e un progetto per il futuro.
Le sfide
– Salute mentale: ansia, bullismo, pressioni irrealistiche e necessità di spazi sicuri per parlare.
– Disuguaglianza educativa: Scuole sottofinanziate, mancanza di educazione alla vita e un limitato accompagnamento nella crescita.
– Sicurezza e ambiente: Violenza, infrastrutture carenti e spazi pubblici poco accoglienti.
– Smarrimento culturale: Gentrificazione, razzismo e perdita di identità della comunità.
– Necessità di base: Insicurezza alimentare, instabilità abitativa e mancanza di accesso all’assistenza sanitaria o al lavoro.
Un adolescente ha scritto: “Abbiamo bisogno di qualcosa in più dei programmi. Abbiamo bisogno di qualcuno che creda in noi”.
Le proposte
Al tempo stesso, durante la giornata ciò che è emerso maggiormente è chiarezza della visione dei giovani e il loro spirito di iniziativa di fronte ai problemi.
– Educazione: corsi di competenze per la vita, accompagnamento, alfabetizzazione economico-finanziaria e preparazione all'università;
– Iniziative comunitarie: pulizie cittadine condotte dai giovani, club per la salute mentale e dibattiti pubblici;
– Inclusione: spazi sicuri, accoglienti e culturalmente saldi, per offrire sostegno e senso di appartenenza.
– Leadership: sostenere il protagonismo dei giovani, perché prendono iniziative nelle scuole, nelle chiese e nelle amministrazioni locali.
Un evento importante per Los Angeles e non solo
Quando la conferenza si è conclusa con musica, premi della lotteria e un gelato sociale, è stata posta un’ultima domanda: “Cosa farete ora con quello che avete imparato oggi?”.
Un adolescente di nome Jorge si è alzato e ha detto: “Salterò la scuola e andrò in municipio a parlare di questo problema. Voglio che la mia voce venga ascoltata”.
“Quello che è successo a Los Angeles non è un fatto isolato – ha commentato in conclusione JC Montenegro – È parte di qualcosa di più grande. I giovani di tutto il mondo non stanno chiedendo un permesso, vogliono collaborazione. Non aspettano di essere salvati, stanno costruendo il futuro ora. Come salesiani e loro accompagnatori, la nostra missione non è quella di guidare al posto loro, ma di camminare al loro fianco. Don Bosco disse una volta: ‘Non basta che i giovani siano amati. Devono anche sapere di essere amati’. Questa conferenza ha dimostrato che quando i giovani si sentono amati e sostenuti, non si limitano a rispondere. Sono loro a guidare”.
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