Alcuni studi sostengono che fino al 40% dei fedeli cattolici del mondo appartengono ai popoli indigeni. In Asia, questa percentuale è ancora più alta, con il 70% dei cattolici considerati indigeni o tribali. Pertanto, l’appello di Papa Francesco ad ascoltare i popoli indigeni in una Chiesa Sinodale è di grande importanza per la Chiesa del continente.
Il salesiano Mons. George Palliparambil, Vescovo di Miao, in India, è stato uno dei relatori del forum, e ha presentato il tema “Il Genio tribale: una visione superficiale, ma ancora sconosciuta”.
Nel suo intervento il prelato missionario, che ha ricoperto il ruolo di Presidente della Commissione per l’Evangelizzazione della Regione del Nord-Est Indiano, ha posto domande stimolanti: “Come può la Chiesa essere veramente indigena? Come possiamo conciliare tutto questo e pensarci insieme?”. Egli ha suggerito che una soluzione potesse essere quella di garantire che tutte le persone si sentano uguali, in modo che nessuno si senta diverso dagli altri. Tuttavia, ha riconosciuto le sfide di questo approccio, soprattutto considerando le attuali condizioni di vita dei popoli indigeni in tutto il mondo.
“Una delle tentazioni delle società moderne è quella di smantellare le strutture tradizionali senza comprenderne i significati profondi. Ad esempio, alcune società sono matrilineari e sono tra le più efficienti. In queste società, la donna capofamiglia è pienamente apprezzata e amata, il che assicura stabilità e un profondo legame con la natura. I suoi tratti sono sempre legati alle tradizioni ancestrali e all’ambiente”, ha affermato Mons. Palliparambil.
Il Forum che si è celebrato tra il 10 e il 16 novembre a Katmandu, è stato inaugurato dal messaggio del Cardinale Michael F. Czerny, SJ, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, che ha ricordato come Papa Francesco incoraggi il riconoscimento e il rispetto delle identità, delle tradizioni e della spiritualità indigene, così come il dialogo quale strumento importante per una Chiesa sinodale.
Mons. Gerald John Mathias, di Lucknow, in India, ha invitato la Chiesa Cattolica in Asia a intensificare il proprio impegno nei confronti dei popoli indigeni, evidenziando una storia di negligenza (“Per anni, i popoli indigeni sono passati in gran parte inosservati agli occhi dei Vescovi asiatici, sebbene la più grande minoranza di cristiani asiatici sia indigena!”) e la necessità di un’azione diretta.
Da parte sua, Mons. Paul Simick, Vicario Apostolico del Nepal, ha esortato i leader della Chiesa ad abbracciare la sinodalità come un percorso verso l’integrazione della saggezza indigena nella vita della Chiesa, e nel suo discorso di apertura del Congresso ha accolto i presenti nel paesaggio montuoso del Nepal, sottolineando il valore della città indigena newari di Dhulikhel, non distante da Kathmandu, quale ambiente ideale per esplorare la cultura e la spiritualità indigene.
Ancora, il Nunzio Apostolico in India e Nepal, Mons. Leopoldo Girelli, ha evidenziato i valori intrinseci delle società tribali come modelli per le comunità moderne, in particolare nel promuovere la solidarietà, la tutela dell’ambiente e l’arricchimento spirituale. Ha osservato che “il dialogo con le culture primordiali si rivelerà educativo per ogni società che ha perso da tempo il contatto con le sue radici tribali”; e mettendo in luce l’affinità tra i valori tribali e gli insegnamenti del Vangelo, ha sottolineato l’importanza di preservare le tradizioni degli indigeni. “Se la conservazione di canti, storie, danze e festività è importante, la sopravvivenza dei veri valori tribali è ancora più importante, poiché esprimono lo spirito tribale in profondità”, ha affermato.
Tra i membri della Famiglia Salesiana presenti, oltre al già citato Mons. Palliparambil, c’erano anche Madre Christine Mynsong, Superiora Generale delle Suore Missionarie di Maria Aiuto dei Cristiani a Guwahati, in India; e tre sacerdoti: don George Plathottam, Consultore del Dicastero per le Comunicazioni e Direttore del Forum; don Jolino Vieira, Delegato per la Comunicazione Sociale della Visitatoria di Timor Est; e don Albeiro Rodas, Delegato per la Comunicazione Sociale della Delegazione della Cambogia – tutti coinvolti in apostolati specifici per i popoli indigeni nei rispettivi Paesi.