Alla Celebrazione hanno partecipato la Superiora generale dell’Istituto delle FMA, Madre Chiara Cazzuola, con il suo Consiglio, Madre Yvonne Reungoat, Madre generale emerita e Presidente USMI, l’Ispettrice dell’Ispettoria S. Giovanni Bosco (IRO), suor Gabriella Garofoli, il Consiglio ispettoriale e le Direttrici delle Comunità di Roma, la Vice-Presidente della Confederazione mondiale delle Exallieve delle FMA, Sig.ra Olivia Furlan, le Novizie dei Noviziati Internazionali “Suor Teresa Valsè Pantellini” di Roma e “Maria Ausiliatrice” di Castelgandolfo, diverse FMA dalla Casa Generalizia (RCG), dalle Comunità della Visitatoria “Maria Madre della Chiesa” (RMC) e dalle Comunità di Roma dell’Ispettoria IRO.
Hanno partecipato anche la Madre Generale delle Suore Comboniane, Suor Luigina Coccia e il suo Consiglio, alcune Suore delle Comunità di Roma e alcuni membri del Capitolo Generale – in corso – dei Missionari Comboniani.
Erano inoltre presenti il Superiore della Visitatoria Maria Sede della Sapienza dei Salesiani di Don Bosco, don Maria Arokiam Kanaga, in rappresentanza del Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana, Don Ángel Fernández Artime, e il Rettore Magnifico dell’Università Pontificia Salesiana (UPS), don Andrea Bozzolo, il Direttore dell’Ufficio “Migrantes” per il Lazio e la Diocesi di Roma, Mons. Pierpaolo Felicolo, il Superiore Generale dei Padri della Congregazione dello Spirito Santo, don Alain Mayama e altri confratelli, il Superiore Generale dei Missionari Saveriani, don Fernando Garcia, la Superiora Generale delle Missionarie della Consolata, suor Simona Brambilla, la Superiora generale della Congregazione delle suore di sant’Anna, suor Francesca Sarcià, diversi SDB e sacerdoti.
La celebrazione è stata solenne e curata, con dieci ministranti salesiani del Gerini che hanno prestato il servizio liturgico, i canti animati dalle Suore Comboniane, e le FMA che si sono occupate della liturgia.
Il Card. De Donatis ha iniziato l’omelia riprendendo le parole del Salmo responsoriale – “Benedici il Signore anima mia” (Sal 103) – quale espressione dei sentimenti di gratitudine presenti nell’animo dei presenti alla Celebrazione Eucaristica. Ha poi messo in luce il legame di profonda stima e amicizia che legava Don Giovanni Bosco e Don Daniele Comboni: “I loro carismi a voi trasmessi sono come due lingue di fuoco dello Spirito Santo penetrate nel loro cuore, accendendo l’ansia pastorale e missionaria. La reciproca stima e ammirazione si manifestò in varie occasioni… Ora dal cielo i due Santi non possono che gioire nel vedere le loro figlie spirituali condividere la gioia per il cammino fin qui percorso e anche desiderose di andare avanti con lo stesso ardore perché unite dalla stessa stima e amicizia”.
Ha proseguito sottolineando alcuni aspetti della Parola di Dio dalla Liturgia – la gratitudine, il coraggio della testimonianza, il dinamismo della sequela – ed esprimendo alle religiose la riconoscenza: “Il mio augurio è che continuiate nel vostro impegno, arricchendo la Chiesa di Roma delle vostre energie, dei vostri doni, e anche lasciandovi arricchire dalla vita di questa Chiesa locale che ha come Vescovo il Papa”.
La celebrazione è stata una testimonianza di comunione e di sinodalità, di fraternità e di festa.
Al termine, le due Madri Generali, dopo la benedizione del Cardinale, hanno rivolto un saluto all’assemblea:
“San Giovanni Bosco e San Daniele Comboni si sono incontrati più di una volta. Dalla corrispondenza intercorsa tra loro possiamo cogliere che tra i due vi era una bella e intima amicizia. Nel novembre del 1864 il Comboni partì da Verona per andare in Francia e fece una prima sosta a Torino, dove fu ospitato nell’Oratorio di S. Francesco di Sales. Lì s’incontrò con Don Bosco e con i suoi giovani, e si intrattenne fino al 20 dicembre. Sappiamo che in quel periodo il Comboni infiammò dello spirito missionario sia i Salesiani che i giovani (cf MB VIII 825-826). Lo deduciamo dall’unica lettera rinvenuta del Comboni a Don Bosco del 3 luglio 1870:
«Vengo a farle una domanda, che richiede una risposta il più presto che può. Sarebbe ella disposta a mettere insieme due o tre giovani sacerdoti dei suoi, con quattro o cinque dei suoi probatissimi artigiani e catechisti, da mettere a mia disposizione perché io li possa condurre in Cairo d’Egitto nel mio Istituto maschile? Questi farebbero parte del mio Istituto sotto la mia giurisdizione, a cui penserei tutto io per viaggio, vitto, vestito, istruzione di lingue e tutto: ma al tempo stesso darei loro una conveniente autonomia, in modo che col tempo aiutati ed accresciuti da altri del suo Istituto di Torino, il mio Istituto di Cairo li condurrebbe al punto di potere a suo tempo dirigere una missione speciale nella Nigrizia Centrale, da affidarsi esclusivamente all’Istituto Don Bosco di Torino».
È chiaro che San Daniele Comboni desiderava che anche il carisma di Don Bosco arrivasse nel cuore dell’Africa Centrale. Dalla tradizione orale sappiamo che in quel momento Don Bosco non poté dare una risposta positiva alla richiesta del Comboni, anche perché non aveva ancora ottenuto dalla Santa Sede l’approvazione delle Costituzioni. Ma dopo 150 anni, se consideriamo le innumerevoli presenze, che esprimono il carisma salesiano al femminile e al maschile, che sono oggi nell’Africa, missione tanto cara a San Daniele Comboni, siamo certe che Don Bosco, con la Confondatrice Santa Maria Domenica Mazzarello, sta rispondendo generosamente a quell’invito.
Fin dagli inizi i nostri Istituti hanno vissuto la comunione dei Carismi. I nostri Fondatori ci hanno testimoniato che nella Chiesa o siamo in comunione, camminando in sinodalità, o non siamo nella missione della Chiesa. Oggi celebriamo con gratitudine i nostri Santi Fondatori, grandi profeti dal cuore grande e aperto al mondo, alla missione universale della Chiesa, lontani dalle piccole rivendicazioni protagoniste e autoreferenziali. Il loro carisma missionario vibra da 150 anni nel cuore delle nostre comunità e continua a contagiare tante e tanti giovani, laici e laiche nel condividere la missione ad gentes e inter gentes.
L’incontro dei nostri santi Fondatori cosa dice a noi oggi, Sorelle Missionarie Comboniane e Figlie di Maria Ausiliatrice?
Innanzitutto, ci invitano a non avere paura di coltivare insieme dei grandi sogni missionari, ispirandoci reciprocamene e sostenendoci nell’osare di inoltrarci verso terre lontane, spinte dall’Amore per Cristo e per i soggetti più deboli e fragili del nostro tempo.
Nella celebrazione di questo grande giubileo che ci ha offerto un’occasione in più per incontrarci, per celebrare insieme il rendimento di grazie al Signore per le meraviglie compiute in questi 150 anni nei nostri Istituti, vogliamo rafforzare la nostra bella fraternità, e porci, insieme, all’ascolto del grido dell’umanità, dei giovani, dei poveri, delle donne e della terra.
Possiamo, insieme e in rete con le altre Famiglie religiose e con altre Istituzioni, compiere scelte evangeliche, coraggiose nell’ottica dell’ecologia integrale, per sognare insieme nuove missioni, e ripartire, continuando a costruire quel sogno in cui i nostri santi Fondatori hanno creduto e ci hanno consegnato.
All’antivigilia della solennità di Pentecoste, invochiamo insieme, con Maria la Vergine del cenacolo e guida materna dei nostri Istituti, il dono dello Spirito Santo, perché continui a donare alla Chiesa i carismi necessari alla santità del popolo di Dio e alla costruzione del Regno della pace e della fratellanza universale”.
Fonte: CGFMAnet.org
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