Stati Uniti – In occasione dell’odierna Giornata Mondiale del Rifugiato, “Salesian Missions” evidenzia i programmi di aiuto ai rifugiati e agli sfollati interni
In evidenza

20 Giugno 2023

(ANS – New Rochelle) – Anche “Salesian Missions”, la Procura Missionaria salesiana con sede a New Rochelle, Stati Uniti, si unisce alle tante organizzazioni umanitarie e alla comunità internazionale nel commemorare l’odierna Giornata Mondiale del Rifugiato, che si tiene ogni anno il 20 giugno, a partire dal 2001. La giornata, coordinata dall’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR, in inglese) e da altre organizzazioni internazionali, vuole porre l’attenzione sulla situazione di milioni di rifugiati e sfollati interni che sono stati costretti a fuggire dalle loro case.

Secondo le stime dell’UNHCR, lo sfollamento forzato, a livello mondiale, ha raggiunto i 103 milioni di persone: 53,2 milioni di persone sfollate all’interno del proprio Paese e 32,5 milioni di rifugiati. Oltre il 72% proviene da soli cinque Paesi, tra cui Siria, Ucraina, Afghanistan e Sudan del Sud. L’UNHCR prevede che, entro l’anno corrente, il numero salirà a 117,2 milioni, contando le persone sfollate con la forza e gli apolidi.

“I salesiani sono in prima linea nella crisi dei rifugiati. Forniscono sostegno e servizi ai rifugiati e agli sfollati interni, le cui vite sono state colpite da guerre, persecuzioni, carestie e disastri naturali come inondazioni, siccità e terremoti – dichiara don Timothy Ploch, direttore ad interim di Salesian Missions - I programmi salesiani forniscono istruzione e formazione tecnica, sviluppo della forza lavoro, assistenza sanitaria e nutrizione”.

In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato 2023, “Salesian Missions” è orgogliosa di mettere in evidenza i programmi attivi in tutto il mondo, che forniscono un’istruzione e un sostegno che cambia la vita ai rifugiati e agli sfollati interni in difficoltà.

Nella Repubblica Democratica del Congo, i Figli di Don Bosco portano avanti il loro lavoro anche mentre proseguono gli scontri nel Paese. Belle notizie arrivano dal Centro Medico “Don Bosco Ngangi” di Goma, dove una donna ha recentemente partorito tre gemelli, un bambino e due bambine. La donna, di nome Ndibungo, 36 anni, si trova al “Don Bosco Ngangi” da quando è stata sfollata nel novembre 2022. È fuggita dal villaggio di Kibumba, nel territorio di Nyiragongo, a nord di Goma, con i suoi otto figli. Da allora ha cercato rifugio presso il centro ed è stata fortunata a poter contare sul Centro Medico che l’ha assistita durante la gravidanza e il parto. Inizialmente creato per fornire assistenza ai giovani che vivevano al “Don Bosco Ngangi”, il Centro Medico ha poi iniziato a fornire servizi di tutti i tipi. In questi mesi di assistenza agli sfollati ha già curato 1.702 persone, dato aiuto a 766 persone vulnerabili e aiutato 16 donne durante il parto.

Il “Don Bosco Zeitoun”, situato al Cairo, in Egitto, fornisce istruzione e sostegno ai rifugiati sudanesi nel Paese. Il lavoro con i rifugiati è iniziato nel 2000 e da allora la comunità salesiana accoglie a braccia aperte i rifugiati che vi arrivano. Poiché lo spazio è molto limitato, l’oratorio “Don Bosco Zeitun” organizza attività per i rifugiati tre giorni alla settimana. Nei tre giorni in cui non lavora con i rifugiati sudanesi, l’oratorio anima le attività per il maggior numero possibile di giovani del quartiere.

I salesiani rimasti in Ucraina e nei Paesi circostanti, come la Polonia e la Slovacchia, sono ancora duramente impegnati nell’assistenza a coloro che sono stati colpiti dalla guerra. Più di 8,1 milioni di cittadini ucraini, soprattutto donne, anziani e bambini, vivono infatti come rifugiati in altri Paesi. In Slovacchia, i salesiani hanno aiutato i rifugiati ucraini provvedendo alle necessità di base come cibo, alloggio e cure mediche. Hanno inoltre assicurato l’istruzione ai giovani e i corsi di lingua agli adulti. Neanche i bisogni psicologici dei rifugiati sono stati trascurati e ai giovani i salesiani hanno cercato di offrire momenti di gioia e di pace. Ad esempio, nel periodo natalizio, hanno portato alcuni bambini in vacanza sulla neve, per trascorrere del tempo sereno insieme.

A Juba, in Sudan del Sud, infine, i salesiani della parrocchia di San Vincenzo de’ Paoli gestiscono il campo “Don Bosco Gumbo” per sfollati interni. Il campo, istituito nel gennaio 2014 dopo lo scoppio della guerra civile, nel dicembre 2013, ospita attualmente 10.000 persone, la maggior parte delle quali sono donne, bambini e anziani. I salesiani forniscono riparo, cibo, istruzione, cure mediche e risposte immediate alle altre necessità di base. Qui, poi, viene fornita anche un’istruzione a più di 4.000 minori, grazie alla presenza di asili, scuole elementari e medie e diversi altri centri di educazione, tra cui un Centro di Formazione Professionale. Inoltre, durante la pandemia, i salesiani hanno lavorato duramente affinché i rifugiati ottenessero cure mediche, mascherine, igienizzanti per le mani e vaccinazioni.

Fonte: Mission Newswire

NOTIZIE CORRELATE

InfoANS

ANS - "Agenzia iNfo Salesiana" - è un periodico plurisettimanale telematico, organo di comunicazione della Congregazione Salesiana, iscritto al Registro della Stampa del Tribunale di Roma, n. 153/2007.

Questo sito utilizza cookie anche di terze parti, per migliorare l'esperienza utente e per motivi statistici. Scorrendo questa pagina o cliccando in qualunque suo elemento, acconsenti all'uso dei cookie. Per saperne di più o negare il consenso clicca il tasto "Ulteriori informazioni".