Dal punto di vista storico il titolo e la devozione all’Ausiliatrice nella vita di Don Bosco si imposero in forma graduale. È soprattutto nel clima che l’Italia vive tra gli anni 1848 e 1870 (presa di Roma) che Don Bosco matura la devozione verso l’Ausiliatrice. Sono anni segnati da drammatici avvenimenti che turbano profondamente l’animo di tanti cattolici: le leggi anticlericali, la diffusione del protestantesimo, la questione romana, l’assenza dei vescovi in molte diocesi. In tali difficoltà e prove la Chiesa si rivolge a Maria come Aiuto e Presidio.
In particolare, nel maggio del 1862 Don Bosco racconta il famoso sogno delle due colonne, dove viene descritta la lotta della Chiesa nel mare del mondo e solo l’ancoraggio alle colonne dell’Immacolata - Ausiliatrice e dell’Eucaristia è fonte di salvezza per la Chiesa stessa e per il papato. Altro fatto decisivo furono le apparizioni della Madonna a Spoleto, città situata nel centro Italia e appartenente allo Stato pontificio, che ebbero vasta eco e furono interpretate come segno del potente aiuto di Maria nelle vicende tormentose della Chiesa in Italia.
Dal Piemonte, allora lontano e diviso da barriere politiche, don Bosco volse lo sguardo lungimirante alla Madonna della Stella, che l’arcivescovo di Spoleto, mons. Arnaldi, aveva denominato l’8 maggio 1862 con il glorioso titolo di Auxilium Christianorum. Don Bosco ne dava l’annuncio il 24 maggio 1862 nella “Buona notte”, come si legge nelle Memorie Biografiche: “Don Bosco annunzia alla sera con grande contentezza la prodigiosa manifestazione di una immagine di Maria avvenuta nelle vicinanze di Spoleto”.
L’8 dicembre 1862 Don Bosco dichiara al chierico Cagliero, che sarà primo vescovo e poi primo cardinale salesiano, il motivo della sua devozione alla Madonna sotto il titolo di Maria Ausiliatrice: “Sinora abbiamo celebrato con solennità e pompa la festa dell’Immacolata, ed in questo giorno si sono incominciate le prime nostre opere degli oratori festivi. Ma la Madonna vuole che la onoriamo sotto il titolo di Maria Ausiliatrice: i tempi corrono così tristi che abbiamo bisogno che la Vergine SS. ci aiuti a conservare e difendere la fede cristiana”.
Nella “Buona notte dell’11 gennaio 1865, Don Bosco diceva: “A Spoleto l’immagine della Madonna fa continuamente strepitosi miracoli. È singolare, formando quasi un acrostico, che si può far risultare da ciascuna lettera della parola latina SPOLETUM: S: sancta; P: parens; O: onnipotentis; L: legiferi; E: et; T: totius; U: universi; M: mater; ovvero: et tutrix universi Maria (Santa Genitrice dell’Onnipotente Legislatore e Madre di tutto l’Universo; ovvero Maria Tutrice dell’Universo). Ciò indica lo stesso titolo di Maria Auxilium Christianorum”.
Don Bosco approdò pertanto definitivamente al culto di Maria Ausiliatrice nel 1862, anno in cui si avvierà anche la progettazione della chiesa di Maria Ausiliatrice. Commentando tale orientamento, Don Egidio Viganò, VI Successore di Don Bosco, scriveva: “Questa rimarrà la sua scelta mariana definitiva: il punto di approdo di una incessante crescita vocazionale e il centro di espansione del suo carisma di Fondatore. Nell’Ausiliatrice Don Bosco riconosce finalmente delineato il volto esatto della Signora che ha dato inizio alla sua vocazione e ne è stata e ne sarà sempre l’Ispiratrice e la Maestra.”
Questo punto di arrivo è anche un punto di partenza: siamo negli ultimi 25 anni della vita di Don Bosco; gli anni della sua piena maturità umana e spirituale; gli anni che coincidono con l’affermazione e la sistemazione definitiva della Congregazione, con la sua espansione mondiale e missionaria; gli anni in cui il santo di Valdocco si sente inserito nell’attualità, spesso drammatica, della Chiesa e della nuova situazione italiana, come sacerdote e come educatore.
Questo periodo è segnato dalla presenza sempre più viva e sperimentata di Maria come Ausiliatrice, dei singoli e della comunità cristiana.
Tratto da “Dalla casa di Maria alle nostre case. Il Vangelo della famiglia alla scuola di Don Bosco”, di don Pierluigi Cameroni e don Roberto Carelli