Ero andato in città per fare una visita ai miei confratelli missionari e loro mi dicono che dovevo andare al mercato all’aperto a confessare e a celebrare la messa. Ovviamente, la cosa ha fatto sorgere in me un po’ di sorpresa e persino di incredulità: bisogna conoscere e capire come si svolge un mercato aperto in Africa, con migliaia di persone attorno a piccole bancarelle che vendono di tutto, dal pesce fresco ai cellulari…
Arrivato al mercato mi portano una sedia e sotto un sole tropicale caldo intenso e mi chiedono di mettermi a confessare, in mezzo all’esagitazione collettiva. E viene da chiedermi: ma che ci faccio io qui?
Con la mia veste bianca e la mia stola, seduto nel mezzo della confusione, con centinaia di persone che si muovono attorno, scrutano e comprano… Con mia grande sorpresa una persona arriva da me e mi dice: ‘padre, posso confessarmi?’. Gli ho chiesto se era cattolico e mi ha risposto di sì, anche se erano 22 anni che non si confessava. E così ha avuto luogo una bella confessione, seguita dall’assoluzione. E poi da una messa.
Mille colori, mille rumori, mille odori, mille volti, mille suoni danno a questa messa un sapore ancor più speciale rispetto a qualsiasi altra messa celebrata nella mia vita. E mi veniva alla mente l’invito di Papa Francesco: bisogna uscire fuori, portare la Chiesa per le strade, bisogna fare confusione, non c’è da aver paura, bisogna seguire i suggerimenti dello Spirito, dobbiamo andare avanti”.
Le persone sono assetate della misericordia di Dio, della gioia del Vangelo, ma se nessuno ne parla, se non si predica, se nessuno osa uscire, se nessuno rischiare la vita per servire… Come potranno gli uomini sperimentare quello sguardo misericordioso di Dio?