Italia – Don Gildasio Mendes: “I salesiani oggi promuovono la giustizia, la pace e la solidarietà attraverso la comunicazione sociale”

(ANS - Roma) – “I salesiani oggi promuovono la giustizia, la pace e la solidarietà attraverso la comunicazione sociale”. Ad affermarlo è stato il Consigliere Generale della Congregazione Salesiana per la Comunicazione Sociale, don Gildasio Mendes, nel corso di un’intervista condotta da don João Carlos Ribeiro e dalla giornalista Jocasta Pimentel, della radio “FM Don Bosco” di Fortaleza, nell’Ispettoria di Brasile-Recife (BRE), durante una pausa dei lavori di “Shaping Tomorrow”, il Congresso Mondiale di Comunicazione Sociale realizzato a Roma dal 1° al 7 agosto 2024. Di seguito riportiamo un’ampia sintesi dell’intervista, il cui audio integrale è stato trasmesso dal programma radiofonico “Tempo de Paz”, e il cui testo completo è disponibile nella versione portoghese dell’articolo.

Questo congresso sulla comunicazione è il compimento di una promessa che lei aveva quando abbiamo iniziato la Scuola di Comunicazione per i Delegati nelle sette Regioni della Congregazione…

In effetti, don João, ricordi bene. Quando iniziammo, durante la pandemia, lo dissi: “Inizierò una scuola di comunicazione in tutto il mondo”, e vi hanno partecipato in totale oltre 600 persone. La organizzammo in modo inedito e dissi anche: “Guardate, nel 2024, ad agosto, ci incontreremo a Roma”. Ed eccoci qui.

Cosa si aspetta come risultato del convegno “Shaping Tomorrow”?

Beh, la prima cosa: sappiamo che oggi tutti abbiamo i telefoni cellulari, tutti sono sulle reti internet. Oggi viviamo in un mondo molto diverso, un mondo di comunicazione molto veloce. E la Chiesa, ogni volta che c’è un fenomeno mondiale, qualunque esso sia, cerca sempre di rispondere. Quando l’uomo è andato sulla luna, la Chiesa ha cercato di rispondere. Quando è emerso il problema della contraccezione, la Chiesa ha cercato di rispondere. Oggi c’è il problema della guerra, purtroppo, e la Chiesa sta cercando di rispondere. E dunque anche con il mondo digitale, la Chiesa ha cercato di rispondere. E così la Congregazione. Quindi il fatto di avere qui più di 140 persone, tanti coordinatori della comunicazione, da tutto il mondo, tutti insieme, dove ci incontriamo come fratelli e sorelle, condividiamo sogni, visioni, il carisma salesiano, il Vangelo e diciamo: “Come vogliamo comunicare il Vangelo oggi?” è già un vero risultato. È per questo che il Rettor Maggiore, il Cardinale Ángel Fernández Artime, era presente all’inaugurazione, perché riconosce che davvero questo è un fenomeno storico per la Congregazione.

Abbiamo avuto la fortuna di visitare il Dicastero per la Comunicazione del Vaticano, la Sala Stampa, l’Osservatore Romano, Radio Vaticana… In quest’ultima sede ci è stato detto che la Chiesa si aspetta molto dai salesiani. Ma cosa possono offrire davvero i salesiani alla Chiesa in termini di comunicazione?

Domanda molto interessante. Oggi abbiamo i numeri. Ho viaggiato in tutto il mondo e sono stato poco tempo fa in Africa. Cosa posso dire oggi? Che la Congregazione salesiana ha la più grande rete di comunicazione fatta di giovani al mondo. Giovani che scrivono notizie, fanno programmi radiofonici, podcast, video, film, scrivono articoli, musica. Abbiamo una rete di comunicazione molto grande. Ora, naturalmente, si tratta di una forma di comunicazione più semplice e popolare. Non stiamo parlando di giornalisti, che sono tutti professionisti.

Quindi, primo: i salesiani oggi hanno la più grande rete di comunicazione fatta di giovani. Questo è il grande contributo che possiamo dare. Secondo: oggi abbiamo nella Congregazione salesiana un modo di comunicare tipicamente giovanile. Vi faccio alcuni esempi: il Don Bosco Global Youth Film Festival, che raggiunge più di 160 nazioni; quindi giovani che imparano a fare film con i cellulari in modo salesiano. Poi, abbiamo appena iniziato un progetto chiamato ‘Mobile Journalism’. Lo abbiamo già realizzato in sei Paesi, insegnando ai giovani come usare i loro telefoni cellulari per fare notizie, inviare video, parlare della loro comunità. Per non parlare di altri progetti come “Voices” e molti altri. Stiamo quindi cercando, utilizzando i telefoni cellulari che i giovani hanno, di insegnare loro come creare notizie, come usare la musica, come usare il cinema e l’arte. Noi Salesiani, a livello di Congregazione, siamo oggi una delle più grandi, potremmo dire, reti di produzione del mondo.

E terzo: oggi abbiamo una rete di comunicazione molto forte nel mondo che cerca di evangelizzare, penso ai missionari che lavorano con i poveri. I salesiani sono in Etiopia. Ora abbiamo un delegato alla comunicazione dal Myanmar, e siamo qui con persone provenienti dal Venezuela e da Haiti. Abbiamo persone che stanno vivendo grandi tragedie in Africa in questo momento con la guerra. Così i salesiani oggi promuovono la giustizia, la pace e la solidarietà attraverso la comunicazione sociale.

Don Bosco nel suo cortile dava ampio spazio al tempo libero, al gioco, alla creatività... Di fronte alle varie sfide delle nuove tecnologie, della stessa Intelligenza Artificiale, quel cortile è cambiato. Come affrontano tutto questo i salesiani e come utilizzano questo tipo di tecnologia a loro favore?

Questo convegno ci serve per riflettere proprio su questo. E io, come Consigliere Generale, vorrei sottolineare: dobbiamo avere una visione chiara delle cose oggi, perché altrimenti ci perdiamo. Quindi vi darò tre principi molto chiari. Primo: dobbiamo sostenere i giovani che usano la tecnologia. Tutte. Sono strumenti per l’educazione, la comunicazione e la ricerca. Quindi siamo favorevoli all’uso della tecnologia.

Secondo: cosa condividiamo su Internet da questi cortili? Il bene che facciamo. Quindi, una partita di calcio, un festival musicale, come quello che tenete nel nord-est del Brasile, un festival cinematografico, una visita ai malati, l’adorazione del Santissimo Sacramento, un rosario, una campagna alimentare per gli affamati, tutto questo è lavoro. È come ha detto Gesù: "Avevo fame e mi avete dato da mangiare". Tutto ciò che è un lavoro concreto, che è carità, dovremmo metterlo su internet, sulle reti sociali, ma partendo da ciò che è concreto. Quindi dico sempre: se avete un gruppo di giovani che fa qualcosa, fate un filmato di tre o quattro minuti e pubblicatelo sui social media dove volete. Questo evangelizza, perché è una testimonianza. È reale. Andare online per parlare di Dio e di Gesù va bene. Ma non è molto efficace, perché nel mondo di internet ci sono milioni di persone che parlano ed è una confusione, una babele. Oggi si crede solo in ciò che è concreto. Ciò che è reale. Pertanto, noi salesiani stiamo promuovendo il messaggio di Gesù nel mondo digitale e nelle reti sociali attraverso la concretezza.

Il terzo punto è un tema su cui stiamo lavorando molto, ovvero l’etica. Non ci sono media senza etica. Perché? Perché non posso promuovere l’odio? Perché devo rispettare un migrante, un indigeno, una ragazza madre? Questo deve riflettersi nella famiglia, nella comunità. Non possiamo usare un social network come arma per attaccare le persone. No, questo non è cristiano! Quindi stiamo insegnando, approfondendo con i nostri giovani e salesiani, come usare l’etica nel mondo di internet.

Fonte: Bollettino Salesiano del Brasile

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