RMG – I missionari della 154a Spedizione Missionaria Salesiana: don Hervé Kaputa, dall’Africa Centrale (AFC) alle Antille (ANT)

(ANS – Roma) – Mosso dall’esempio di tanti missionari incontrati fin dai tempi della scuola, a Lubumbashi, don Hervé Kaputa ha deciso di seguire le loro orme ed è ora missionario a Cuba.

Puoi presentarti?

Mi chiamo Hervé Kaputa, sono salesiano di Don Bosco dal 2009 e sacerdote dal 2018, in Repubblica Democratica del Congo, Ispettoria salesiana dell'Africa Centrale (AFC). Attualmente sono missionario nell’Ispettoria salesiana delle Antille (ANT), per la precisione a Cuba.

Cosa ti ha ispirato a fare questa scelta di diventare missionario?

Come studente di una scuola salesiana di Lubumbashi, sia elementare, sia media, ho avuto la possibilità di conoscere tanti missionari salesiani e congolesi che ci hanno insegnato molto e che ci hanno donato il loro tempo e le loro conoscenze. Molti di loro sono morti nella nostra terra. Anni dopo mi sono detto: perché non fare come loro, per questi giovani che hanno bisogno di me come salesiano? E durante la mia formazione iniziale ho iniziato a discernere per sapere cosa Dio voleva da me.

Sei contento del posto in cui andrai? Hai qualche timore o preoccupazione riguardo alla tua destinazione, alla cultura e alle persone?

Mi trovo già da 1 anno e 5 mesi nella mia terra di missione, che è appunto l’Ispettoria salesiana delle Antille. È vero che, quando ho saputo della mia destinazione ho avuto un doppio sentimento, di gioia ma anche di paura, soprattutto dell'ignoto. Una volta arrivato, tuttavia, ho trovato quasi il contrario di quello che mi aspettavo. Sto vivendo un'esperienza meravigliosa, con altri salesiani meravigliosi e un popolo caldo e accogliente. Sto sperimentando l'universalità della Chiesa, ma soprattutto della Congregazione. Don Bosco è un grande santo.

Come hanno reagito i tuoi familiari, amici e confratelli quando hai parlato loro della vita missionaria?

C’è stata un po’ di tristezza, sapendo che sarei stato lontano fisicamente. Ma dato che sono consapevoli che questa è una nobile causa, è tornato presto il sorriso, accompagnato dalla speranza di rivedersi.

Quali sono i tuoi progetti e i tuoi sogni sulla vita missionaria?

Come progetto missionario, dico - ed è la mia preghiera ogni giorno - che il Signore mi porterà sempre dove le persone hanno bisogno di un po' di sorriso, di un po' di speranza nella vita, e soprattutto dove c’è sete della Sua Parola e dei Sacramenti. A Cuba ho sperimentato questo e dico sempre “grazie, Signore”.

Hai in mente qualche modello di grandi missionario di cui vorresti seguire lo stile di vita?

Gesù è il modello per eccellenza, perché ha attraversato tutte le prove della vita, mostrandoci che con Dio nulla è impossibile. Ma sono stato edificato dalla vita del Salesiano Coadiutore Honorato Alonso, che è ancora vivo; di Piet Homel; di Baba Louis Van Dick e del signor Luc Conpernoel, che sicuramente pregano per la nostra Ispettoria, in Cielo, dove si trovano con Don Bosco.

Qual è il tuo messaggio ai giovani in merito alla scelta missionaria e alla vocazione?

Come consiglio ai giovani dico: non esitate mai quando il Signore vi chiama, Don Bosco ci vuole ovunque nel mondo, gettiamo le nostre reti in mare e confidiamo sempre in Dio.

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