di don Josep Lluís Burguera, SDB
Come definiresti la tua posizione in rapporto al Rettor Maggiore?
Siamo sempre molto vicini; in sede sono quasi incollati i nostri uffici, io curo la sua agenda, il suo programma di interviste, udienze, colloqui con i Salesiani; cerco di aiutare a coordinare ogni viaggio e la comunicazione con coloro che organizzano il programma di ciascuna visita, ad eccezione di quella in Spagna, in cui il Rettor Maggiore ha partecipato in prima persona, “giocando in casa”. L'immagine che potrei utilizzare è “mi tocca partecipare ad ogni festa, perché ovunque il Rettor Maggiore va in visita è sempre una festa, ma sono come l’asinello di Gesù a Gerusalemme, che è al centro di tutto, ma come asinello”.
Però vediamo che Don Ángel ti ha in grande considerazione, a volte ti fa salire sul palco, ti nomina sempre con affetto...
Il Rettor Maggiore usa sempre la cortesia di presentarmi e di condividere le esperienze dei viaggi al plurale, perché li viviamo al plurale; di fatti, dopo ogni viaggio condividiamo le impressioni; in questo senso mi considero una persona di sua fiducia, con cui può esprimere con meno formalità quello che ad un dato momento ha sentito o pensato, anche se quello che dice in pubblico è quello che sente davvero. Inoltre, vi posso assicurare che l’incontro con i confratelli è qualcosa di molto prezioso, di molto bello; lui sostiene che l’incontro con un gruppo di confratelli già giustifica un viaggio.
Molte volte dopo una visita ci guardiamo e mi dice: “Quant’è bello essere salesiani!”. Soprattutto per quello che vediamo, per la testimonianza dei confratelli, per il lavoro che vediamo in tutto il mondo, nella missione salesiana, in particolare con i giovani più poveri. Questo poter toccare con mano la realizzazione della missione salesiana incarnata nelle diverse culture ci fa superare la durezza del viaggio e dei programmi.
Ti manca qualcosa della tua vita salesiana precedente, in questa nuova fase della tua vita?
Porto con me una certa nostalgia verso il contatto diretto con i giovani, però ho l’immensa possibilità di essere testimone del servizio che tanti confratelli e laici offrono ai giovani di tutto il mondo attraverso il carisma salesiano.
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