RMG – Una casa per i giovani e i bisognosi, modello della “cultura salesiana”: l’inaugurazione interna dell’opera del Sacro Cuore

27 Gennaio 2025

(ANS – Roma) – Ha avuto i tratti di una vera e propria festa, con uno spirito di gratitudine e lo sguardo proiettato al futuro, l’inaugurazione interna dell’opera “Sacro Cuore di Gesù” a Roma, realizzata venerdì 24 gennaio 2025, festa di San Francesco di Sales. In vista dell’inaugurazione ufficiale programmata per il prossimo mese di giugno, infatti, la casa salesiana, che ospita la Sede Centrale della Congregazione, ha vissuto un primo momento di celebrazione e benedizione riservato ai protagonisti dei tre anni di lavori che hanno completamente restaurato la casa: il Consiglio Generale uscente che ha deciso questi lavori e le imprese edili che li hanno portato avanti fin qui.

La cerimonia si è svolta nello spirito salesiano che contraddistingue queste celebrazioni, e ha visto la partecipazione di numerose personalità, a cominciare dal Card. Ángel Fernández Artime, Pro-prefetto del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, che in qualità di Rettor Maggiore decise l’avvio dei lavori; e proseguendo con il Vicario del Rettor Maggiore, don Stefano Martoglio, attualmente alla guida della Congregazione; il Consiglio Generale salesiano al completo; don Luca Barone, legale rappresentante dell’opera “Sacro Cuore di Gesù” e il capo-cantiere, ing. Francesco Miotto.

Nella fase dei discorsi ufficiali, tenuta in una delle nuove sale interne realizzate durante la ristrutturazione e moderata dal salesiano don Francisco Cervantes, per primo è intervenuto il Card. Á.F. Artime, che in primo luogo ha voluto ringraziare tutte le parti coinvolte nei tre anni di lavoro, citando specificamente i benefattori, il salesiano coadiutore Giampietro Pettenon, incaricato dal Rettor Maggiore per i lavori, le imprese tecniche e il loro personale, i salesiani e loro collaboratori che hanno accettato il trasferimento dalla vecchia Casa Generalizia… Successivamente, concentrandosi sul valore della rinnovata opera salesiana, ha lodato la posizione e la nuova configurazione della struttura, che ha definito “uno spazio ottimo, il migliore di Roma”, e ha dichiarato con nettezza: “Se Dio vuole e continuiamo ad essere i Salesiani che il Signore vuole che noi siamo, questa sarà la nostra casa per i prossimi 100 anni, con altri salesiani, certamente, ma sempre per i giovani, per le persone bisognose”.

Successivamente ha preso la parola il sig. Jean Paul Muller, Economo Generale della Congregazione Salesiana, che ha osservato come l’attuale società stia diventando sempre più complessa e polarizzata, con grandi divari di ricchezza e benessere nel mondo. Ha parlato della grande novità rappresentata dall’Intelligenza Artificiale e delle incertezze del futuro, ma ha individuato alcune certezze salesiane: “Il mondo può cambiare, ma i nostri valori fondamentali no: la carità, la misericordia, l’apertura, l’onestà… Questi principi cardine rimangono invariati. La nostra è una cultura di vita, per i giovani e con i giovani, ieri, oggi e domani. E questo cantiere è un esempio concreto di ciò che rappresenta la nostra cultura”. Egli ha così ricordato la situazione di difficoltà vissuta con il trasferimento dalla vecchia Casa Generalizia, che però è stato occasione per riscoprire la fraternità nella comunità e per ritornare ad un luogo storico e significativo dell’esperienza romana di Don Bosco.

“Questo luogo non è la sede di una multinazionale, ma un centro che si impegna a migliorare il mondo: qui si fa advocacy per i giovani in ogni situazione e si lavora per garantire che tutti i membri della famiglia salesiana rimangano fedeli a se stessi e a Dio – ha aggiunto ancora –. In questa sede arrivano informazioni da tutto il mondo, 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Qui si prendono decisioni cruciali: dalla formazione dei sacerdoti e fratelli religiosi del futuro, all’accoglienza di nuovi membri nell’ordine, allo sviluppo delle scuole, del lavoro con i bambini di strada e dell’assistenza alle minoranze. Qui si discute di sovvenzioni per progetti pastorali, sociali ed economici. Qui vive, prega e lavora il successore di Don Bosco. Dal 25 marzo avremo l’undicesimo successore, il nuovo Rettore Maggiore, che guiderà questa congregazione e sosterrà la vocazione della famiglia salesiana”. E, infine, ha ringraziato anch’egli le imprese coinvolte per aver realizzato questi lavori a tempo di record. “Quando dico ai miei connazionali a Bonn che siamo riusciti a fare tutto questo in soli tre anni, non ci credono. Grazie a tutti voi!”.

Ha preso poi la parola don Barone, che ha illustrato alcuni dettagli tecnici dei lavori di restauro, sottolineando l’ecosostenibilità raggiunta dalla nuova struttura, e rimarcando la portata dei lavori: oltre al recupero dell’ex teatro e alla realizzazione del Museo Don Bosco, sono state ricavate di un’aula magna, due nuove cappelle e cinque sale riunioni.

L’ing. Miotto, da parte sua, capo-cantiere di un appalto che ha visto partecipare 14 ditte, si è definito come un allenatore, chiamato a scegliere i giocatori per questo grande campionato: “I giocatori sono le ditte che hanno partecipato, ma qui rappresento anche 20 professionisti, senza i quali non potrei lavorare: perché non si vince mai da soli”. Inoltre, ha sottolineato il clima di accoglienza che gli operai hanno respirato. “Hanno mangiato qui e vissuto in questi luoghi in un clima di fraternità. Non c’è stato un semplice rapporto committente. E anche questo dare ospitalità alle ditte all’interno del cantiere ha consentito di lavorare in maniera veloce”.

Infine, tutti i presenti sono usciti all’esterno e si sono recati nel cortile con portici della casa salesiana. Lì il Vicario del Rettor Maggiore, don Martoglio, ha formulato un breve messaggio, rinnovando i ringraziamenti e procedendo poi alla benedizione. “In questa creazione ci sono tre anni di vita di tutti. Rendiamo grazie a Dio perché è andato tutto bene. E, come diceva sempre Don Bosco, ‘il Signore vi renda merito di questo’”.

La cerimonia si è conclusa con lo svelamento di una targa commemorativa nel cortile dell’opera Sacro Cuore di Gesù, guidata dal Card. Á.F. Artime e dal sig. Muller, e da un’agape fraterna.

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