Cosa l’ha spinto a farsi salesiano?
La prima ispirazione mi venne dal gruppo dell’infanzia missionaria della mia parrocchia; poi si rafforzò con la lettura dei viaggi del grande missionario in India, San Francesco Saverio. All’epoca non conoscevo le peculiarità delle differenze nei Riti nella Chiesa o nelle Congregazioni e negli ordini. Poi fu un sacerdote salesiano, don Thomas Poovelickal, che per primo mi invitò a diventare salesiano. Entrai all’aspirantato di Mannuthy e poi, condividendo la vita e osservando tanti salesiani, incluso mio cugino don Jose Mathew Kuttianimattathil, ho potuto riconoscere la mia vocazione ad essere salesiano.
Il mio sogno iniziale di essere missionario si è realizzato all’interno della stessa vocazione salesiana e mi è stato permesso di partire per le missioni del Nord Est dell’India all’età di 15 anni, e di entrare nell’Ispettoria di Guwahati nel 1985. Da allora la mia vocazione salesiana è stata alimentata da ottimi miei confratelli in quella grande regione missionaria, dove ho completato quasi tutta la mia formazione iniziale. Durante questo periodo ho avuto la fortuna di essere formato, per brevi periodi di tempo, anche in diverse altre Ispettorie dell’India. E sono anche felice che, mentre le Missioni Salesiane nel Nord Est dell’India si preparano a celebrare il centenario della presenza salesiana, un salesiano cresciuto tra le tre Ispettorie di quella che tanto tempo fa era conosciuta come “La Missioni dell’Assam” sia stato eletto per servire nel Consiglio Generale dei Salesiani.
Cosa porta dell’esperienza del CG28?
È stata la mia prima esperienza da Capitolare. Ciò che mi ha colpito è stato lo spirito di famiglia tra quasi 300 persone presenti. Eravamo arrivati lì da varie parti del mondo, tanti di noi non si erano mai incontrati prima, eppure vivevamo come fratelli fin dal primo giorno. Quando poi sono stato eletto segretario della Commissione di lingua inglese (Commissione 1) ho potuto vedere ancora meglio come tutti noi salesiani di vari continenti siamo ugualmente appassionati del nostro carisma e come gli diamo vita nei diversi contesti. La nostra consacrazione religiosa al servizio dei giovani più poveri è stato un tema che è tornato più volte in tutte le nostre discussioni.
Un’altra cosa che ha veramente caratterizzato il nostro stare insieme è stata l’assenza di paura di fronte all’assalto della pandemia di Covid -19. Nonostante la crescente ondata di notizie nei primi giorni della pandemia in Italia, tutti eravamo assolutamente fiduciosi nella protezione Maria Ausiliatrice. Dopo che il Capitolo si è bruscamente chiuso a causa della pandemia, sono stato tra i tanti salesiani che non sono potuti rientrare nei loro Paesi d’origine. Ancora una volta è stata un’esperienza di assoluta fraternità, di cura l’uno per l’altro e soprattutto di fiducia filiale nella protezione di Dio per intercessione di Maria. La Basilica di Maria Ausiliatrice e le radici salesiane di Valdocco (Tettoia Pinardi, Cappella di San Francesco di Sales…) hanno creato un clima magico per tutti noi che siamo rimasti bloccati per più di due mesi dopo la fine del Capitolo Generale.
In queste prime settimane, segnate per altro dalle restrizioni per Covid-19, cosa ha potuto conoscere del nuovo incarico?
Come dicevo, dopo la chiusura del CG28 sono rimasto bloccato in Italia, insieme a molti altri miei confratelli provenienti da varie parti del mondo. Tra questi, quelli della regione dell’Asia Sud erano un gruppo numeroso. La comunità di Valdocco, guidata da don Guido Errico, e con il sig. Giampietro Pettenon, come Economo, ci ha fatto sentire a casa. Il Rettor Maggiore e i membri del Consiglio Generale hanno continuato a rafforzarci con la loro presenza e la loro frequente comunicazione. Il Rettor Maggiore è rimasto una settimana in più con noi a Valdocco e dopo il suo ritorno a Roma ci ha mandato anche dei video messaggi speciali solo per interagire con noi.
In modi che solo la Provvidenza poteva prevedere, questa situazione mi ha dato anche l’opportunità di avere un dialogo personale con nove dei 12 Superiori della regione e con altrettanti Delegati capitolari. Abbiamo fatto anche tre giorni di brainstorming per esaminare necessità e priorità alla luce del CG 28 e del messaggio conclusivo del Rettor Maggiore. Siamo ora in attesa della pubblicazione del piano sessennale del Rettor Maggiore e del Consiglio per affinare le nostre discussioni al prossimo raduno della Conferenza regionale degli Ispettori (SPCSA).
Poi, mentre le opportunità di incontri in presenza sono stati ridotti, non sono mancate le possibilità di dialogo e di pianificazione online. Inoltre, ho partecipato dal vivo anche alle prime sessioni del Consiglio Generale. Mi hanno colpito il clima di famiglia, la professionalità e soprattutto la profonda preoccupazione per tutti i salesiani e la Congregazione che permea ogni discussione del Consiglio. Mi sono potuto affiancare a don Maria Arokiam Kanaga, mio predecessore, per un accompagnamento costante.
Va aggiunto poi che presso la Sede Centrale Salesiana c’è anche una grande comunità di generosi salesiani e di collaboratori laici disponibili, che permettono ai vari settori e regioni di funzionare senza problemi. Con il loro aiuto e consigli spero di imparare rapidamente a servire meglio.
E quanto all’immediato futuro, la speranza è tornare presto in Regione per visitare i miei confratelli e lavorare in tutte le Ispettorie.
Tra sei anni, cosa sogna per la sua Regione?
Nei prossimi sei anni spero e prego che la nostra regione possa continuare a crescere nel carisma salesiano, servendo i giovani più poveri e bisognosi. Vogliamo porci l’obiettivo di una trasformazione tangibile e verificabile della vita di almeno mezzo milione di giovani poveri e delle loro famiglie. Che bello sarebbe per noi salesiani contribuire a rimuovere la povertà da 500.000 famiglie in sei anni! Si tratterebbe di una pastorale giovanile concentrata su una prospettiva vocazionale, sulla preparazione di cittadini onesti e di buoni cristiani che siano in grado di servire la società cominciando a togliere le loro famiglie dalle grinfie della povertà.
Aiutare i giovani ad accogliere le varie vocazioni, attraverso lo sviluppo delle capacità, la formazione alle competenze e un’educazione integrale che includa l’educazione ai valori evangelici che porta alla formazione umana integrale, potrebbe essere un percorso per raggiungere questo obiettivo. Seguendo le indicazioni del Capitolo Generale, speriamo di fare ogni sforzo per rafforzare la nostra consacrazione religiosa per servire i giovani poveri come comunità, e formarci insieme a tutti i nostri collaboratori laici, specialmente quella della Famiglia Salesiana, per realizzare l’importante, comune, carismatica missione di servire i giovani poveri della nostra regione.
Siamo una regione benedetta da molte presenze carismatiche tipicamente salesiane. Vorremmo creare una migliore rete e costruire una sinergia tra tutte le Ispettorie per realizzare la visione di Don Bosco. La regione ha degli organi di coordinamento ben consolidati, che si sono riuniti in questi giorni in incontri online per pianificare uno sforzo concertato, che sarà visibile anche sul nostro nuovo sito web: www.donboscosouthasia.org
La Pastorale Giovanile salesiana va avanti grazie alle persone che vi dedicano la loro vita. Ci auguriamo che come regione non solo potremo rafforzare il nostro lavoro di collaborazione con i laici, ma anche di crescere nella vocazione alla vita religiosa salesiana (salesiani laici e sacerdoti) e che si possano inviare molti missionari per servire i giovani poveri di tutto il mondo. Una formazione (iniziale e permanente) coerente con le indicazioni del Capitolo sarà necessaria per costruire le competenze e le motivazioni di tutto il nostro personale coinvolto nella missione salesiana.
Un’ultima domanda: in tema di comunicazione, quali prospettive vede per la regione?
Il CG28 ha sottolineato l’importanza di essere presenti nei nuovi cortili digitali. Il rinnovamento del portale di comunicazione della regione – che cambia nome, riferendosi non più solo all’India, ma a tutta la regione Asia Sud: www.donboscosouthasia.org – mira a riunire e a rappresentare unitariamente l’immagine dei salesiani verso il mondo e verso i giovani in particolare; e servirà anche a favorire, tramite un’app e un’area riservata del sito, il dialogo interno tra i salesiani dell’Asia Sud.