RMG – Michal Hort, a cuore aperto invita a... sognare

(ANS – Roma) – “Sono un figlio educato dal padre e dalla madre, tutti e due exallievi, che mi hanno insegnato ad essere responsabile e che nella vita bisogna essere altruisti e servire gli altri. Ho frequentato la scuola superiore dei Salesiani, che ti costringe ad essere concreto e razionale. Oggi gestisco una mia azienda di circa 50 persone, che si sviluppa in tre Stati. Sono 50 famiglie di cui prendersi cura. Allora sì che devi essere razionale”. Così si descrive Michal Hort, Presidente Mondiale dell’Associazione degli Exallievi di Don Bosco.

Come valuti l’attuale vitalità degli Exallievi/e nel mondo e le diverse realtà?

Come un gigante dormiente che si sta svegliando poco a poco. L’Europa è da salvare, l’Africa da riscoprire, America Latina ed Asia da indirizzare e Nord America da definire. Il paradosso è che altri gruppi e movimenti cristiani ci capiscono spesso meglio degli stessi Exallievi; c’è da lavorare molto sulla identità dell’Exallievo.

Come sta andando la realizzazione della Programmazione che hai ideato con il Consiglio mondiale della Confederazione?

Bene, ma piano. Puoi avere idee bellissime quanto vuoi ma, fin quando la gente non lo sa, è difficile andare avanti. Ecco perché stiamo disponendo tutte le forze nella diffusione delle nostre idee, del nostro Piano strategico e dei nostri Progetti chiave.

Si dice che nella Chiesa ci vuole più laicità. Non credi che oggi ci sia troppo clericalismo nei laici?

No, penso proprio in maniera diversa. Oggi c’è troppo laicismo tra i preti. Voglio dire che dedicano troppo tempo del giorno ad occuparsi di lavori e di attività che non sanno fare, che non hanno studiato e che toglie loro troppe forze psichiche e fisiche. Il prete ha studiato e ha la sua vocazione per le anime. Se deve dedicare troppo tempo alla contabilità, alla manutenzione degli edifici, alla gestione amministrativa, è ovvio che non ha tempo per quello per cui è stato formato e chiamato da Dio. È meglio lasciare queste cose ai laici, che le hanno studiato e sono professionisti.

Un po’ confidenzialmente: è difficile fare il Presidente della Confederazione Mondiale degli Exallievi/e?

Si, lo è. In quanto non è un lavoro al quale ti puoi dedicare a tempo pieno. Adesso capisco che cosa voleva dire il mio coach personale nel 2015 (quando sono stato eletto) nel consigliarmi: “Prendi la famiglia e trasferisciti per 2 anni a Roma”. D’altra parte, però, è stimolante, perché posso usare appieno i talenti e i doni che ho ricevuto da Dio e vedere che con la preghiera le cose vanno avanti e progrediscono.

Cosa desideri dire agli Exallievi ed Exallieve che leggeranno questa intervista?

Auguro di scoprire che essere “onesti cittadini e buoni cristiani” è il piano di vita. Auguro di capire che “Essere sale della terra e luce del mondo” è un programma di azione. Auguro di realizzare che usando le capacità e le conoscenze personali a servizio degli altri, e specialmente della Famiglia Salesiana, è la via giusta per arrivare al cielo.

Esprimi una nota di speranza, per concludere…

Capire che Don Bosco ci ha formati è un pensiero che libera. Provare a seguirlo è la soluzione di tante incertezze. Sognare come lui è garanzia di successo... Invito tutti gli Exallievi a sognare.

Fonte: Exallievi NewsFlash

InfoANS

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