Cile – Cardinale Ezzati: “il Papa viene come pastore, non come politico”

(ANS – Santiago) – Trent’anni dopo l’incontro con Giovanni Paolo II, l’arcivescovo di Santiago, card. Ricardo Ezzati, SDB, si appresta a ricevere nel prossimo gennaio Papa Francesco.

di Francisco Siredey

È possibile omologare l’impatto che ebbe la visita di Giovanni Paolo II con quella prossima di Francesco?

Certo, i tempi sono molto diversi, la visione delle persone in rapporto al Papa è cambiata anch’essa. Da un’immagine di sacralità si è passati ad una figura più vicina, più umana, con tutte le virtù che ha e anche con le possibili limitazioni. Penso che sia un bene che ci sia stato questo cambiamento. Il Papa è una persona umana che ha un compito molto speciale e ha anche una dimensione profetica per molti aspetti della vita umana.

Perché è importante la visita del Papa in Cile in questo momento, in questo nuovo contesto nazionale?

Come il pastore della parabola evangelica, il Papa è chiamato a guidare il popolo di Dio con la saggezza e la misericordia che gli ispira il Maestro. Il contesto è, certamente, una dimensione che non si può ignorare; piuttosto, costituisce il punto di partenza di una sfida e la metodologia di un accompagnamento personale e comunitario permanente, compiuto alla luce del Vangelo… Mi assiste la certezza che la sua parola ci offrirà criteri evangelici per il buon cammino del Cile.

Quali questioni troverà il Papa nella Chiesa del Cile? Molti commentano che ci siano un calo di fedeli e carenza di vocazioni sacerdotali...

Il fenomeno è complesso e richiede una riflessione responsabile, in particolare per determinare le cause. Un sano e intelligente realismo è in grado di riconoscere che la percentuale di cattolici e credenti in generale è diminuita in modo significativo nel paese, e questo, in particolare nel corso degli ultimi quattro decenni… Altri fenomeni sono più locali: compresi, senza dubbio, il male terribile di abusi da parte del clero, che ha sconvolto molti e ha allontanato dalla pratica cristiana molte persone, creando un clima di sfiducia e minando la credibilità della Chiesa. La carenza di vocazioni al ministero sacerdotale e alla vita consacrata è stata ed è anch’essa una sfida di ampie proporzioni. Tuttavia, sarebbe ingiusto ridurre la vita della Chiesa in Cile a solo questi aspetti.

E quindi che Chiesa troverà il Papa in Cile?

Il Papa troverà una Chiesa viva, presente e operante in tanti campi della missione evangelizzatrice, che cerca di uscire verso le nuove “periferie”, nelle parrocchie e nelle cappelle, nelle scuole, università e centri di formazione tecnica ed in migliaia di iniziative al servizio degli anziani abbandonati, degli emarginati, degli esclusi nelle carceri o nelle case per minori, dei tanti migranti che accompagna e sostiene.

Fonte: La Tercera

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