In questa missiva, considerata dal Rettor Maggiore come una “lettera colloquiale” o una “comunicazione fraterna e spontanea”, si fa riferimento a temi riguardanti il CG28 e i giovani, la situazione della Congregazione e alcune situazioni per la riflessione e il tema della “missionarietà”, come fonte di speranza.
“Percorrendo un cammino di fedeltà”, è una lettera che parla dal cuore del Padre al cuore dei suoi figli, dal cuore del Rettor Maggiore al cuore dei salesiani, con il fine di preparare in profondità al prossimo CG28.
Il Rettor Maggiore inizia la lettera con la testimonianza dei giovani. Un giovane scrive: “abbiamo bisogno di Salesiani con convinzione, sogno, passione, che possano essere testimoni viventi dell’amore di Cristo e possano essere per noi un esempio di tutto ciò che professava Don Bosco”. La seconda testimonianza è più eloquente e profonda: “Molti di noi non immaginano una vita senza Don Bosco, senza Salesiani, e possiamo affermare che non saremmo innamorati di Dio in una maniera 'pazzesca', piena di risa e grandi esperienze, senza di lui”.