Nell’introduzione - Giuseppe Fagnano: da Borghetto Tanaro a Punta Arenas (1844-1887) – il prof. don Francesco Motto, SDB, afferma che l’azione apostolica esercitata da mons. Giuseppe Fagnano a fine secolo XIX ed inizio secolo XX nella Patagonia australe e nella Terra del Fuoco, se da un lato trova le sue lontane premesse nei suoi entusiasmi giovanili per un servizio a Dio e alla Patria e nell’esperienza religiosa ed educativa con Don Bosco a Valdocco, Lanzo e Varazze, dall’altra trova i suoi ravvicinati preliminari nell’ardua fondazione del collegio a San Nicolás de los Arroyos in Argentina e soprattutto nella sperimentazione missionaria sul Río Negro e nel Centro-Nord della Patagonia. Aggiunge una breve cronologia della sua vita, che aiuta a collocare le vicende personali del Fagnano nelle indispensabili dimensioni spazio-temporali.
Nel settore STUDI si trovano i seguenti saggi:
Monseñor Fagnano en la Argentina Austral, ricerca di María Andrea Nicoletti. La studiosa presenta lo sviluppo storico delle diverse proposte di missioni pensate e organizzate dal Prefetto Apostolico mons. Fagnano, le missioni volanti fra gli indigeni tehuelches nell’esteso territorio di Santa Cruz, le missioni fra i protestanti nelle isole Malvinas e le reducciones salesiane in particolare quella di “Nostra Signora della Candelaria” in Río Grande (Argentina). Queste reducciones costituirono un modello complesso di organizzazione missionaria, non solo per la loro metodologia e infrastruttura, ma anche per la trama storica e di potere che rese visibile il processo di estinzione di queste popolazioni e della loro cultura, all’interno di un territorio conteso fra due Paesi – Argentina e Cile.
La travesía de monseñor Fagnano y su hermanos al espacio misional de Isla Dawson è l’indagine di María Carolina Odone Correa. L’autrice espone anzitutto i vari passi che precedettero l’andata dei Salesiani in Cile prima che mons. Fagnano nel luglio 1887 sbarcasse con tre confratelli a Punta Arenas. A quel momento avevano già esplorato praticamente con i militari tutto il settore orientale dell’isola Grande, osservandone direttamente gli abitanti (onas o selk’nam). A fine anno con i Salesiani mons. Fagnano percorse buona parte dell’isola Dawson ed, incontrando gli indigeni dei canali (alacalufes), si convinse che l’isola fosse adatta a riunirli onde perdessero un po’ delle loro abitudini di girovaghi. Nel gennaio 1888 espose al presidente J.M. Balmaceda il suo progetto: riunire gli indios nell’isola Dawson per istruirne i giovani ed avviarli ad un lavoro loro adatto, nutrendoli e vestendoli finché fossero in grado di guadagnarsi da vivere. La missione-reducción, avviata nel febbraio 1889, diverrà uno spazio che, sul modello delle case salesiane d’Europa, univa assistenza e protezione, accogliendo i più abbandonati. Solo che i gruppi di bisognosi, dei quali si occupavano, vivevano in una situazione di vulnerabilità ed il loro territorio era lo scenario, nel quale avveniva l’eterna lotta fra le due civilizzazioni – quella occidentale e quella indigena.
L’articolo L’esperienza unica di reducción nell’isola Dawson – Cile è di Nicola Bottiglieri. Il ricercatore afferma che l’arrivo di mons. Fagnano a Punta Arenas nello stretto di Magellano ha delle conseguenze molto positive nella vita sociale della città. Impianta una fabbrica di mattoni, fonda un collegio, un oratorio, una banda musicale, un Istituto meteorologico… Insomma la cittadina alla fine del mondo si avvia a diventare un “luogo civile”, capace di accogliere gli emigranti croati, spagnoli e italiani. Ma deve anche risolvere il problema degli indios nomadi che vengono uccisi dagli estancieros nella Terra del Fuoco. Per questo fonda una Missione sull’isola Dawson che dal 1889 fino al 1912 sarà luogo di un incredibile e coraggioso progetto di “civilizzazione”. Mons. Fagnano sperimenta per primo un conflitto che si ripeterà altre volte nel corso del XX secolo. Lo scontro fra cultura industriale e popolazione nomade, da integrare nella nuova società civile che si sta formando nel mondo. Vita nomade contro vita sedentaria, cacciatori contro allevatori di bestiame, educazione al lavoro contro nomadismo… Saranno queste le frontiere millenarie che dovranno essere avvicinate dalla sua azione. Uno scontro che lo vedrà sconfitto a Dawson, ma vincitore a Punta Arenas.
La figura di monsignor Fagnano nella letteratura magellanica è il saggio di Germano Caperna. Il lavoro analizza il rapporto tra il mondo salesiano di Giuseppe Fagnano e la letteratura magellanica. I missionari salesiani entrano a far parte della letteratura magellanica perché non sono solo artefici di comunità e nuovi insediamenti ma anche mediatori culturali. Fagnano collega ciò che è diviso, è il ponte sullo Stretto tra gruppi linguistici, popoli e valori diversi. All’interno della letteratura analizzata, inquadrata in due grandi generi letterari, il romanzo storico e quello d’avventura, il missionario si trasforma in un eroe che combatte contro le forze demoniache che albergano nella vastità del paesaggio naturale, in una wilderness antartica in cui egli è il centro delle tensioni. La Missione è un mondo pieno di contraddizione, che però permette a Fagnano di interpretare la maggiore antitesi americana: “civilización y barbarie”. Il sogno di Don Bosco alla fine del mondo, incarnato nella figura di Fagnano, diviene uno degli elementi fondatori di quell’identità magellanica che è propria della città di Punta Arenas e di tutte le persone che vivono tra lo Stretto di Magellano e il Polo Sud.
Nel settore FONTI sono presentati i seguenti testi:
Giuseppe Fagnano, Prima esplorazione nella Terra del Fuoco (1886-1887). Un’edizione critica a cura di Francesco Motto. Attesa da tempo questa escursione fra gli indios affidatigli dalla Santa Sede, il 31 ottobre 1886 mons. Fagnano con un drappello di soldati partì da Buenos Aires alla volta della Terra del Fuoco. Pochi giorni dopo lo sbarco, il 25 novembre, ebbe luogo il primo “scontro armato” con gli indios onas, che ovviamente ebbero la peggio e che fece inorridire il Fagnano. Il 30 novembre si avviò l’esplorazione della parte orientale dell’isola, conclusasi il 24 dicembre all’estremo Aud (Baia Thetis). Nella lunga sosta mons. Fagnano la possibilità di celebrare commosso la prima messa nell’isola (3 gennaio 1887), di distribuire viveri e vestiti agli indios, di fare loro i primi catechismi con qualche battesimo ed iniziare ad apprendere la lingua onas. Il 16 gennaio si imbarcò nuovamente per giungere il 25 gennaio a Patagones, dove sostò pochi giorni, prima di raggiungere Buenos Aires e redigere ai primi di marzo la cronaca del viaggio. Una pagina, questa, di storia, di geografia, di etnologia, di avventura, di chiesa.
I “topoi” narrativi è un articolo di Nicola Bottiglieri in cui vengono esaminati gli scritti inviati da don (mons.) Fagnano al “Bollettino Salesiano” dalla Patagonia e dalla Terra del Fuoco, che hanno lunghezze diverse. Si va da una sola pagina fino a relazioni molto lunghe, spesso pubblicate a puntate in numeri successivi. Quasi tutti hanno il formato della “lettera-relazione” che spesso diventa un vero e proprio “reportage di viaggio”, documentano le varie fasi del lavoro missionario. Leggendo gli scritti pubblicati sembra di assistere alla “scoperta degli antipodi”, ad un mondo lontano, oscuro, pura natura senza storia dagli inizi del mondo, dove gli indios, sparsi su un territorio immenso, sono promessa e minaccia. Una scoperta fatta dagli occhi di un missionario piemontese, che trasmette lo stupore ed il fascino nel trovarsi di fronte un mondo capovolto rispetto alla cultura urbana e industriale torinese. Attraverso gli scritti di Fagnano prima, e le foto di don De Agostini dopo, gli italiani conosceranno la natura antartica. Non è sbagliato dire che Fagnano sia l’ultimo anello di quella catena di “scopritori dell’America” iniziata da Cristoforo Colombo.
Nel settore NOTA sono presentati i contributi:
Missionari-pionieri “alla fine del mondo”. Dall’“Osservatorio Meteorologico Salesiano” di Domenico Cerrato e dal “Bollettino Salesiano” – si tratta di un’importante documentazione con la premessa a cura di don Francesco Motto;
e di Salvatore Cirillo Dama, Monsignor Giuseppe Fagnano, uomo d’azione;
infine Fonti e bibliografia ragionata.
Nel settore Recensioni sono state recensite alcune pubblicazioni sugli argomenti relativi alle personalità ed all’attività salesiane:
Michela CARROZZINO, Tempo di misericordia. La voce di San Luigi Guanella. Gorle (BG), Editrice Velar 2016;
Guy AVANZINI (sous la direction), Les intuitions pédagogiques de Don Bosco. Lyon, Chronique sociale éditions 2016;
Vicente SANTILLI, Las aventuras de Yánkuam’ Padre Bolla. Misionero entre el Pueblo Achuar. Lima, Editorial Salesiana 2016;
Lola VÁZQUEZ - Juan Fernando REGALADO - Blas GARZÓN - Víctor Hugo TORRES - José E. JUNCOSA (coordinadores), La presencia salesiana en Ecuador. Perspectivas históricas y sociales. Cuenca, Editorial Abya Yala - Universidad Politécnica Salesiana 2012.
Nel settore Segnalazioni sono presentati:
Thomas ANCHUKANDAM, Being a Religious the Don Bosco Way. Bengaluru, Kristu Jyoti Publications 2016;
Giuseppe BUCCELLATO – Paolo SANTONI – Morand WIRTH, Il cammino di una profezia. Storia dei Salesiani Cooperatori dalle origini alle soglie del Concilio. Torino, Editrice Elledici 2015;
Juan VIGNA, “Todo lo dejamos por ti”. Perfiles de misioneros salesiano. Quito, Inspectoría “Sagrado Corazón de Jesus” 2013. (A cura di Stanisław Zimniak).