Già nella giornata di ieri centinaia di ragazzi e ragazze sono passati davanti alla tomba di Don Bosco. Una maestra, guidando un gruppo di bambini, quando si è trovata davanti all’urna ha detto loro: “Don Bosco era un santo che ha dedicato la sua vita ai ragazzi che non avevano né casa né famiglia. Li ha accolti tutti, li ha educati e poi li ha formati come professionisti per tutta la vita. Li ha aiutati a cambiare la loro vita”. Poi ha aggiunto: “Se Don Bosco non fosse esistito, probabilmente questi bambini non avrebbero avuto una casa e tanto meno una famiglia. Questo santo che vedete ora ha fatto molto, ma davvero molto per i ragazzi poveri”.
Ieri sera, 30 gennaio, vigilia della festa di Don Bosco, Don Á.F. Artime ha animato un momento di preghiera nella Basilica di Maria Ausiliatrice e ha ricordato le parole che Papa Francesco rivolse quando visitò quella Basilica, nel 2015. “Il Papa ci ha lasciato tre compiti che dobbiamo impegnarci a svolgere. In primo luogo ha affermato che le anime dei ragazzi e delle ragazze sono aperte alla vita e all’incontro con Dio, e noi come Famiglia Salesiana dobbiamo accompagnarli in questa fase essenziale”. Poi, ha invitato tutta la Famiglia Salesiana a collaborare con l’obiettivo fondamentale di “salvare le anime, lavorare con i giovani e servire i più poveri”. E ha concluso chiedendo a tutti “di non deludere le aspirazioni profonde che i giovani hanno. Quali aspirazioni? Il bisogno di vita, di apertura, di gioia, di libertà, di futuro e di collaborare alla costruzione di un mondo più giusto e fraterno”.
Al termine della celebrazione, il Rettor Maggiore si è avvicinato all’altare di Don Bosco e, dallo stesso luogo in cui si trova il corpo del Santo, ha impartito la benedizione di Dio a tutta la Famiglia Salesiana del mondo.