Nel primo giorno del Viaggio Apostolico del Papa in Perù, venerdì 18 i ragazzi della Famiglia Salesiana si sono assiepati, insieme a molti altri giovani cattolici della capitale, sulla strada lungo la quale era atteso il passaggio della macchina papale. Tra canti e preghiere, i giovani hanno preparato l’accoglienza al Pontefice esponendo anche una grande statua di Maria Ausiliatrice. Papa Francesco, da parte sua, passando per “Avenida Brasile” ha dato la sua benedizione a tutti i presenti. Per completare nella festa la giornata, in serata gli stessi ragazzi, accompagnati anche dall’Ispettore, don Manolo Cayo, hanno atteso il Papa affacciarsi sotto al balcone della Nunziatura. “Se questo è stato il primo giorno... come saranno i prossimi?” ha commentato entusiasta l’Ispettore.
In effetti, la seconda giornata ha visto la partecipazione salesiana ancora più protagonista nel programma del viaggio papale, grazie alla rappresentanza di don Diego Clavijo, missionario salesiano, e dei diaconi di etnia Achuar di Kuyuntsa, presenti direttamente all’Eucaristia presieduta dal Pontefice a Puerto Maldonado per tutti i popoli indigeni dell’Amazzonia.
In quell’occasione Papa Francesco ha pronunciato parole molte chiare in favore del rispetto dei popoli originari dell’Amazzonia, che “non sono mai stati tanto minacciati nei loro territori come lo sono ora”, a causa del “neoestrattivismo e la forte pressione da parte di grandi interessi economici che dirigono la loro avidità sul petrolio, il gas, l’oro, le monocolture agro-industriali”, ma anche dalla “perversione di certe politiche che promuovono la conservazione della natura senza tenere conto dell’essere umano e, in concreto, di voi fratelli amazzonici che la abitate”.
E per ringraziarlo della sua presenza e dell’attenzione che il Papa sta dedicando alla realtà amazzonica – evidenziata anche dall’indizione di un’assemblea speciale del Sinodo dei vescovi per la regione Panamazzonica nel 2019 – don Clavijo e gli Achuar che lo hanno accompagnato gli hanno donato una stola colorata e hanno scritto una lettera al Santo Padre “per chiedergli di promuovere una Chiesa che nasca in Amazzonia, con i suoi propri ministri”.