Nella sua omelia, don Jose Lorbeth ha riflettuto sulla ricerca universale della felicità, una ricerca che spesso porta le persone a ricercare la realizzazione nella ricchezza materiale e nel successo personale. Tuttavia, ha sottolineato che solo in Dio si trova la vera felicità: una verità vividamente esemplificata dalla festa dell'Assunzione. Nel celebrare l'Assunzione di Maria al Cielo, ci viene ricordato che la felicità ultima ci attende alla presenza divina, dove siamo chiamati a essere pienamente uniti a Dio per l'eternità.
Il messaggio di don Lorbeth invitava quindi i giovani a contemplare la natura della felicità e a considerare fugace la soddisfazione che spesso portano i risultati mondani. Ha condiviso una sorprendente analogia con le Olimpiadi, dove le medaglie di bronzo sono risultate essere le più felici tra i vincitori, non perché avevano raggiunto l’apice del successo, ma perché erano contenti di ciò che avevano ottenuto. Al contrario, le medaglie d’argento, che erano arrivate così vicine alla vittoria dell’oro, spesso lasciavano un senso di insoddisfazione. Questo esempio ha evidenziato che il successo materiale e i riconoscimenti non garantiscono la felicità; essa si trova invece nell'accettazione del disegno di Dio e nel perseguimento della volontà divina.
La testimonianza di un delegato durante il Sinodo ha ulteriormente illustrato questo punto. Il giovane atleta ha raccontato come la sua ricerca iniziale dell'eccellenza sportiva, guidata dalle aspettative del padre, abbia portato felicità. Tuttavia, fu il loro coinvolgimento nelle attività della chiesa e nel servizio ai compagni giovani a portarli a una realizzazione più profonda e, con loro sorpresa, il padre si rallegrò ancora di più di questa ritrovata dedizione spirituale. Questa storia sottolinea che la vera felicità deriva dall'allineare la propria vita al sogno di Dio, proprio come fece Maria.
L'Assunzione di Maria al Cielo è una potente testimonianza della gioia e della realizzazione che derivano da una vita interamente dedicata a Dio. La vita di Maria è stata un continuo “sì” alla volontà di Dio, una scelta fatta anche di fronte alle difficoltà e all'incertezza. La sua Assunzione, in corpo e anima, al Cielo è un privilegio concessole grazie alla sua fede incrollabile e al completo abbandono al piano di Dio. Ricorda a tutti noi che il paradiso è la ricompensa per coloro che scelgono Dio come fonte ultima di felicità.
Durante l'offertorio è stato affidato ai partecipanti un compito simbolico e significativo. Sono stati invitati a scrivere gli ostacoli e le paure che impediscono loro di realizzare i loro sogni e di vivere pienamente secondo la volontà di Dio. Queste riflessioni scritte sono state poi offerte a Gesù durante l'Eucaristia, a simboleggiare un profondo atto di fiducia e di abbandono. Questo gesto potente ha invitato i giovani a permettere a Cristo di trasformare le loro paure e i loro ostacoli, cambiando i loro dubbi in fede e le loro esitazioni in coraggio.
Al termine della Messa, i giovani partecipanti se ne sono andati con un rinnovato senso di gioia, ispirati dall'esempio di Maria ad abbracciare il sogno di Dio per le loro vite. La giornata ha ricordato profondamente che la felicità vera e duratura non si trova nelle conquiste fugaci di questo mondo, ma nella gioia eterna che deriva dal vivere in armonia con la volontà di Dio. Proprio come Maria fu assunta in cielo, anche a coloro che scelgono di seguire Dio con tutto il cuore viene promessa la gioia della vita eterna con Lui.
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