Il terzo capitolo, registrato nella città di Agua de Dios, è intitolato “I figli del dolore”.
Agua de Dios fu la seconda presenza salesiana in Colombia. La città, nata come zona di isolamento nel Paese per gli affetti dal morbo di Hansen – la lebbra – alla fine del XIX secolo divenne una prigione: vi si accedeva solo attraverso un ponte, chiamato “Ponte dei Sospiri”: era circondata da fili di ferro, c’erano guardie, chi vi arrivava perdeva la cittadinanza, aveva una propria moneta e lo Stato era proprietario di tutto.
I missionari salesiani arrivarono ad Agua de Dios nel 1891 con la ferma intenzione di servire e accompagnare i malati, come facevano le Suore della Presentazione. Anni dopo, il salesiano Beato Luigi Variara, fondò le Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, parte della Famiglia Salesiana, il cui carisma comprende anche il servizio ai malati di lebbra.
Dal 1961, Agua de Dios ha smesso di essere una città di dolore trasformata in un lazzaretto ed è diventata una città di gioia e di speranza. Ha una popolazione di 11.000 persone, oltre 650 delle quali convivono attualmente con la malattia. Ci sono due lebbrosari per i malati, che sono accompagnati dai Salesiani e dalle Figlie dei Sacri Cuori, ma i salesiani sviluppano anche il loro carisma educativo in sette scuole rurali e in un istituto per il baccellierato.
La presenza della Famiglia Salesiana è rimasta fedele alla popolazione di Agua de Dios fin dal primo giorno, accompagnando, educando e curando i cuori dei “figli del dolore”, causato dall’errore storico di creare una città per stigmatizzare la popolazione affetta da lebbra, fino a farli diventare “figli della speranza”.