Si riporta, di seguito, la sua testimonianza.
Il coinvolgimento dei giovani è una benedizione che non è gratuita. È possibile ascoltare le voci dei bambini che cantano con tutto il loro amore per Cristo, a volte stonando, o vedere il cestino della colletta passare tre volte davanti portato da un bambino di 5, 6 o 7 anni, o vedere come il bambino che legge sbaglia la pronuncia e sorride per il nervosismo sapendo di aver commesso un errore.
Alcuni potrebbero pensare che avere bambini e giovani nel ruolo di uscieri, accoliti, Ministri dell'Eucaristia, sacrestani, musicisti e lettori sia "non appropriato" e irrispettoso nei confronti di Dio. Eppure, quando Gesù ha camminato su questa terra, ha sfidato tutti noi a vedere Dio in modo diverso, a vedere Dio come un Padre amorevole e non come qualcuno che si accontenta solo della perfezione e si arrabbia per tutto ciò che non è perfetto.
In un periodo in cui la mancanza di partecipazione alle nostre liturgie è reale, essere in una chiesa piena di vita e di movimento è una benedizione. Come si legge in Matteo 19,13-15, "Lasciate che i bambini vengano a me", abbiamo la sfida di creare un ambiente in cui i giovani si sentano accolti, accettati e apprezzati e possano servire.
Le ricerche dimostrano che i tre bisogni fondamentali dei giovani sono il senso di appartenenza, l'identità e lo scopo. La comunità di San Domenico Savio ha creato un ambiente in cui bambini e ragazzi soddisfano questi bisogni. Ora la nostra sfida è continuare coinvolgerli nel rafforzamento del loro rapporto con Dio. E per quanto riguarda noi, una generazione più anziana, la nostra sfida è quella di vedere i nostri giovani con gli stessi occhi con cui Gesù ci vede.
Mentre accogliamo la chiamata di Gesù a lasciare che i bambini vengano a Lui, ci viene ricordata l'importanza di creare un ambiente in cui i giovani si sentano valorizzati e possano impegnarsi attivamente nel loro cammino spirituale.
Possiamo continuare a sostenere e potenziare i nostri giovani, guardandoli con gli stessi occhi compassionevoli con cui Gesù vede tutti noi.