RMG – Alla riscoperta dei Figli di Don Bosco divenuti cardinali: Joseph Zen Ze-kiun

22 Settembre 2023

(ANS – Roma) – Da Hong Kong arrivò, nel 2006, il primo salesiano cardinale di origini asiatiche, nonché il primo salesiano cardinale prescelto da Papa Benedetto XVI: si tratta di Joseph Zen Ze-kiun, figura eminente della Chiesa cinese, allievo diretto del Don Bosco della Cina, il Servo di Dio don Carlo Braga, nonché paladino dei diritti della sua gente.

Joseph Zen Ze-kiun, è nato a Yang King-pang, presso Shanghai, il 13 gennaio 1932, sesto dei sette figli di Vincent Zen e Margaret Tseu. “I miei genitori erano cristiani - ricorda - mio padre era così fervente che voleva diventare sacerdote, ma il missionario che lo battezzò lo convinse invece a sposarsi. Ancora oggi - aggiunge - secondo un’antica consuetudine e una pratica saggezza, nella Chiesa Cattolica solitamente si tende a non ammettere agli ordini sacri gli appartenenti alla prima generazione di convertiti”.

“Quando ero bambino alla domenica mio padre mi portava a cinque Messe, due in parrocchia e tre in altre chiese - ricorda ancora il salesiano - ma non mi sono mai annoiato. I miei genitori avevano un buon livello di educazione. Sfortunatamente, durante la guerra con il Giappone, mio padre che era ingegnere, si ammalò gravemente, e perdemmo ogni fonte di sostentamento. Per qualche anno vivemmo in estrema povertà, e mia madre fu costretta a vendere i suoi pochi gioielli per procurarci il pane. Il parroco ci aiutò e, conoscendo le mie intenzioni, mi indirizzò presso l’aspirantato che i Salesiani avevano aperto a Shanghai. Essi mi accolsero, e feci il noviziato a Hong Kong. Fu un anno bellissimo. Il superiore, don Carlo Braga, era un sant’uomo, dal cuore grande”.

Nella Congregazione salesiana il futuro cardinale ha emesso la prima professione il 16 agosto 1949 e quella perpetua il 16 agosto 1955.

Ha poi studiato in Italia, alla Facoltà di Teologia del Pontificio Ateneo Salesiano a Torino-Crocetta, quindi a Roma. Ordinato sacerdote a Torino l’11 febbraio 1961, ha respirato l’aria del Concilio prima di far ritorno ad Hong Kong nel 1964.

Dal suo rientro, è stato insegnante allo studentato salesiano di Hong Kong e al Seminario diocesano “Holy Spirit”. Per sei anni, dal 1978 al 1984, è stato Superiore dell’Ispettoria “Maria Ausiliatrice” con sede a Hong Kong (CIN). Poi, dal 1989 al 1996, ha insegnato filosofia e teologia sacramentaria in diversi seminari cinesi, tra cui quello di Sheshan, alla periferia di Shanghai, che ospita i seminaristi delle diocesi delle province dell’est della Cina.

Il 13 settembre 1996, un anno prima del ritorno di Hong Kong alla Cina, Papa Giovanni Paolo II lo ha nominato Vescovo Coadiutore della Diocesi di Hong Kong, ed egli ha ricevuto l’ordinazione episcopale il successivo 9 dicembre. Il 23 settembre 2002, succeduto per coadiuzione, ha assunto la guida della diocesi.

Ha preso parte, per nomina pontificia, all’Assemblea speciale per l’Asia del Sinodo dei Vescovi nel 1998; e in occasione della XI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, nell’ottobre del 2005, ha tenuto un applaudito intervento su “Sensus ecclesiae e libertà religiosa”, nella quale auspicava che le autorità governative vedessero “la convenienza di una normalizzazione della situazione” tra le cosiddette “Chiesa patriottica” e “Chiesa sotterranea”.

A conclusione dell’udienza generale di mercoledì 22 febbraio 2006, Papa Benedetto XVI ha annunciato l’intenzione di elevarlo alla dignità cardinalizia. Egli ha così commentato: “Questa nomina è un segno di benevolenza e di affetto del Papa per tutta la Cina. E se io accetto, l’accetto per tutta la Cina. Ho ormai quasi 75 anni e pensavo di andare in pensione. Adesso non so cosa mi accadrà. Staremo agli ordini ed obbediremo. Forse il Papa avrà bisogno ogni tanto di qualche consiglio. Sulla Cina ci sarà molto da lavorare”.

La creazione a cardinale è avvenuta il 24 marzo successivo.

Nel 2008 è prescelto dal Santo Padre per scrivere le meditazioni per la via Crucis presieduta dal papa al Colosseo la sera del Venerdì Santo.

Nella Curia Romana ha servito come membro della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, dell’XI Consiglio ordinario della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi e del Consiglio speciale per l’Asia della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi.

In grado di parlare inglese, mandarino e un perfetto italiano senza inflessioni (appreso già a Shangai, nella casa di formazione salesiane, e poi perfezionato in Italia), il Card. Zen è noto anche per le sue battaglie per la libertà della Chiesa, la democrazia, i diritti umani e la libertà di educazione. Al tempo stesso, chi lo conosce direttamente ne rileva pure la grande semplicità e umanità, la simpatia e il tratto affabile; oltre che, soprattutto, il suo grande amore per i giovani e la “salesianità”, che lo fa intonare canti a Don Bosco con l’energia di un novizio e che lo porta a relazionarsi con i suoi confratelli sempre da pari a pari, senza mai far pesare la dignità episcopale o cardinalizia. 

Nel 2023 è stato candidato al Premio Nobel per la pace.

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