Tutto è cominciato nel gennaio 2023 quando “Cube Radio”, emittente accademica dello IUSVE, ha raccolto una rassegna di opere d’ingegno prodotte in ambito didattico denominata «Seeds of hope» (Semi di speranza), e ha selezionato oltre al logo di Marica, quelli di Anna Betteti e Margherita Girardi per un’ipotetica missione virtuale riguardante il lancio di un satellite. Le caratteristiche della missione rispecchiavano, in parte, quelle di “Spei Satelles”.
“Ho progettato il logo a patire da alcune suggestioni della Gestalt applicate al disegno – spiega Marica Padoan – ho cercato un risultato complessivo che avesse più efficacia della somma dei vari elementi inseriti. Il logo unisce la terra al cielo, la fatica dei giorni vissuti durante la pandemia alla speranza che non ha confini”. Manuel Masiero, uno studente di Comunicazione dello IUSVE, ha realizzato inoltre il video esplicativo della missione. Partendo da illustrazioni che raccontano la Statio Orbis, ha narrato le tappe del progetto. “Il laboratorio digitale che abbiamo allestito all’interno di Cube Radio – spiega Marco Sanavio, Direttore dell’emittente dello IUSVE – ci ha consentito di contribuire efficacemente alla narrativa della speranza che già avevamo iniziato con i nostri podcast il 27 marzo del 2020”. Ha contribuito alla comunicazione del progetto anche Matteo Contarin, videomaker ufficiale di Cube Radio che ha ora il compito di realizzare lo storytelling video della missione, a partire dal 27 marzo.
“L’essere stati coinvolti in questo progetto – conclude don Nicola Giacopini, Direttore dello IUSVE – ci ha consentito di contribuire ad una missione che porta speranza anzitutto qui sulla terra, oltre che proiettarla oltre i confini dell’orizzonte. I nostri studenti e laureati in Comunicazione hanno avviato forme di ascolto molto attivo per riuscire a esprimere i concetti chiave della missione tramite la grafica, le immagini, la comunicazione digitale”.
Il logo richiama innanzitutto le iniziali di “Spei satelles” il custode della speranza. Le due lettere “S”, disposte in maniera speculare, indicano la complementarietà di “terra” (la semicirconferenza inferiore) e “cielo” (la semicirconferenza superiore), oltre a segnare l’orbita del satellite attorno al nostro pianeta. Un’altra traccia orbitale più esterna, tratteggiata, composta da 59 linee tante quante i grani del rosario, unisce tre forme: la croce (con i lati ricurvi quasi a rappresentare una stella), elemento più grande e importante dei tre, che indica la presenza di Cristo Salvatore e Signore dell’Universo; la stella a 12 punte, a simboleggiare la presenza della Vergine Maria coronata da 12 stelle (Ap 12,1); il triangolo più piccolo, che nella forma richiama quella della croce richiama la figura del Santo Padre mentre sale i gradini del sagrato di Piazza San Pietro durante la “Statio Orbis”. I tre puntini che compaiono a scavalco della traccia orbitale più esterna sono segno della presenza della Trinità nell’universo, come pure il triplice annuncio della passione, morte e risurrezione nei vangeli sinottici, messaggio che dona speranza all’umanità.