Nelle ultime settimane l’attenzione globale della pandemia si è spostata dal cuore della vecchia Europa all’Africa, all'America Latina, agli Stati Uniti, alla Russia, all’India… L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) avverte che la pandemia sta accelerando ed è molto preoccupata per le conseguenze sanitarie e la povertà estrema che sta generando nei gruppi più vulnerabili.
I salesiani in Mali sono ben consapevoli che l’Africa rischia di soffrire molto duramente le conseguenze della pandemia e, per questo motivo, mirano a sostenere i giovani e le famiglie più vulnerabili con cui lavorano.
Così, nei centri educativi salesiani di Bamako, Sikasso e Touba, dove sono riprese le attività, sono stati installati anche dei dispositivi di disinfezione.
“L’installazione dei dispositivi per il lavaggio delle mani nei nostri Centri di Formazione Professionale a Bamako, Sikasso e Touba garantisce l’educazione dei più vulnerabili”, spiega don Salami.
I centri educativi dei Salesiani sono rimasti chiusi per mesi, ma recentemente il governo ha permesso la ripresa delle attività. “Grazie alla collaborazione di ‘Bosco Global’ siamo riusciti a rispettare le misure di sicurezza richieste nella maggior parte dei nostri progetti. Abbiamo distribuito mascherine ad ogni studente e a tutta la comunità educativa e sono stati messi a disposizione dei disinfettanti” aggiunge ancora il salesiano.
È vero che è molto difficile applicare le misure di protezione in un contesto di sovraffollamento, ma è necessario farlo, ed è urgente educare a farlo, dato che il virus può colpire chiunque. Inoltre, se è vero che chi ha una discreta posizione economico-sociale ha meno possibilità di esporsi al contagio, la domanda è: cosa succede in Mali dove la maggior parte della popolazione vive alla giornata, in ambienti sovraffollati, senza acqua e senza servizi igienici?
Don Salami è certo che le campagne di sensibilizzazione al rispetto delle misure di sicurezza siano fondamentali per contenere la pandemia.
“Stiamo lavorando molto duramente per sensibilizzare la popolazione sui rischi di contagio e sulle misure di protezione necessarie. Non è facile, nel contesto di povertà in cui lavoriamo. Ma non c’è scelta, dobbiamo tutti essere consapevoli della nostra responsabilità personale per fermare la pandemia”, conclude don Salami.
Fonte: Boscoglobal