Per la riapertura dei Centri sono state sempre seguite le indicazioni delle autorità sanitarie, applicando il distanziamento sociale nelle aule e nei laboratori, l’uso obbligatorio delle mascherine, il controllo della temperatura agli ingressi e un significativo rinforzo delle attività di pulizia. Tutto ciò è conforme al protocollo definito da ciascun centro.
“C’è stato un intenso lavoro di preparazione da parte dell’équipe dirigente, ma con un importante contributo del corpo docente, a cui è stata proposta l'esperienza pilota per questi giorni e la stiamo mettendo in pratica con le materie di matematica e lingua del 4° anno della scuola secondaria”, dice Prol.
Il direttore del centro salesiano di Urnieta, José Luis Pinedo, riporta che questa ripartenza non è facile: “L’abbiamo fatta in modo scaglionato”. L’ingresso è previsto con orari specifici per ogni gruppo, in classe entra solo chi ha bisogno di rinforzo scolastico, mentre il resto delle lezioni si svolge ancora online.
“Le misure di sicurezza sono esaustive – commenta Asier Irastuza, dell’équipe direttiva – abbiamo anche la collaborazione incondizionata dell’Associazione Genitori che, tra l'altro, ha fornito ad ogni studente, oltre alle mascherine protettive, anche i gel igienizzanti”.
Il centro di Urnieta si è spinto ancora più in là e tra mercoledì 27 e giovedì 28 maggio ha organizzato le Giornate di Porte Aperte in presenza: “Con appuntamento fissato precedentemente, orari determinati per ogni tappa, con tutte le misure sanitarie... Ma per il nostro Centro è importante che ci conoscano dal vivo”, conclude il Direttore, José Luis Pinedo.
Tutti i presidi ora stanno già pensando a come organizzarsi per settembre. Pur rispondendo quotidianamente a tutte le indicazioni che provengono dalle autorità educative e sanitarie, la riflessione va verso la progettazione delle lezioni per l’inizio del prossimo anno scolastico, come ad esempio dare lezioni per il 50% online e per il 50% dal vivo, alla ricerca di sistemi e modelli da replicare.
Il Governo della Comunità Autonoma dei Paesi Baschi ha lasciato ai centri educativi la decisione di aprire o meno; anche così, ha riaperto solo il 20% dei centri della Comunità Autonoma.