Stati Uniti – Di quanti profili ha bisogno oggi un giovane? I “Finstas”, o un grido di aiuto da parte dei ragazzi
In evidenza

10 Ottobre 2018

(ANS – New Rochelle) – “Sono nato negli anni ‘90. A quei tempi se volevi avere un segreto o condividere un pensiero su qualcuno senza essere giudicato, avevi un diario segreto o qualcosa di simile per sfogarti. Dopo aver finito di scrivere, lo potevi mettere sotto il materasso e quei pensieri restavano lìOra abbiamo Twitter – certo non così privato, ma sicuramente un luogo in cui persone di tutte le età condividono le loro opinioni. Twitter è diventato un luogo privilegiato per il cyberbullismo. Chiunque abbia un pensiero in testa e un account può attaccarti su qualsiasi cosa. Libertà di parola, giusto?

Ma Twitter non mi preoccupa più di quanto non faccia il suo rivale Instagram”.

di Guilherme Lopes

Instagram è diventato una social media rivoluzionario, perché consente agli utenti di condividere foto con qualche semplice didascalia. La sua interfaccia davvero semplice permette a chiunque di pubblicare qualsiasi cosa voglia condividere con i propri follower. Il detto "una foto vale più di mille parole" è sicuramente il mantra dell’impresa.

Ho la fortuna di lavorare con i giovani attraverso la Pastorale Giovanile Salesiana e la Pastorale per i Giovani Adulti e così mi trovo ad aiutare e ad accompagnare giovani di età compresa tra i 16 ei 25 anni, una fascia di età piuttosto ampia che mi sfida a rimanere aggiornato su ciò in cui essi sono coinvolti.

Recentemente, nel nostro programma di formazione per animatori “Empowering Salesian Leaders” (ESL) ho acquisito familiarità con il termine “finsta”. Attraverso la mia ricerca, e con l’aiuto di alcuni dei giovani con cui lavoriamo, ho imparato che un finsta è un “falso Instagram” o, in alcuni casi, un secondo account Instagram. Se hai un solo account Instagram, forse sei un po’ in ritardo. Ho anche imparato che il tuo Instagram “reale” è dove mostri il meglio del meglio di te: le foto migliori, i tuoi selfie migliori, i tuoi momenti migliori… Qualunque cosa degna da far vedere ai tuoi follower, che pubblichi attraverso il tuo account Instagram “reale” e che ti fa ottenere i “Mi Piace”.

Il tuo “finsta” invece è senza filtri. Puoi pubblicare tutto ciò che vuoi: selfie inediti, foto di gruppo divertenti… Ciò che lo rende speciale è che controlli con attenzione chi può seguirti. Alcuni accettano solo poche, selezionatissime persone tra i follower del proprio finsta. Ad altri invece non importa e lasciano il proprio account visibile a tutti. Come hanno descritto alcuni giovani, il bello dei finsta è che “sul tuo finsta puoi pubblicare di più chi sei veramente”.

Ciò che i giovani hanno condiviso con me durante le nostre conversazioni è che quanti hanno avuto ruoli di leadership nei nostri programmi, come ai ritiri per animatori o l’iniziativa “Gospel Roads”, hanno due identità diverse sui social media. Sul loro Instagram “reale”, le loro vite sembrano perfette: piene di iniziative, amicizie e santità. Vengono mostrati i ritiri e le opportunità di servizio, con dei commenti su quanto siano stimolanti. Ma il “finsta” dipinge una realtà diversa: vite piene di alcol, droghe, immagini provocanti e altro ancora. Purtroppo, non è una questione limitata solo a coloro che hanno ricoperto ruoli di leadership nelle nostre attività.

Così, mentre la Chiesa Cattolica si fa sempre più presente sui social media, credo che i giovani sentano la pressione di nascondersi. È come quando i genitori hanno scoperto Facebook e si sono creati i loro account su quella piattaforma: i genitori volevano essere amici dei loro figli, ma questi non ne avevano alcuna voglia, perché dava ai genitori un’altra occasione per vedere cosa facevano. I giovani apprezzano la loro privacy. Avere il proprio parroco o animatore che ti segue sui social media magari ti spinge a trovare un altro sbocco. Se c’è una cosa che ho imparato a lavorare con i giovani, è che a loro non piace parlare dei loro profili social in pubblico.

Secondo me, forse sarò impopolare, i giovani con un “finsta” stanno vivendo una certa frattura. I due account possono dare al giovane una falsa rappresentazione di chi sono in realtà. Della serie: domenica mattina, un perfetto cattolico. Dal lunedì al sabato, seguaci del principio: “si vive una volta sola”.

La mia opinione non vuole essere un giudizio, e mi scuso nel caso lo fosse. Faccio fatica a capire quale sia lo scopo di un “finsta”. Alcuni potrebbero persino dire, “Dai, non è una cosa così seria”. Forse hanno ragione, ma ho un’osservazione da fare. Gestire un account richiede un grande sforzo e creare un secondo account totalmente diverso dal primo per me è un segnale d’allarme. Credo che coloro che lavorano con i giovani siano sempre alla ricerca di quel momento, di “un grido di aiuto”. Bene, eccolo qui.

Quello che era un mezzo aperto e divertente per condividere momenti della propria vita si sta rapidamente trasformando nell’aspra scoperta di giovani che portano alla luce momenti di peccato. Ciò che preoccupa di più è che sentono la necessità di condividerlo con altre persone, rafforzando il fatto che “una foto vale più di mille parole”. E se quella foto che vale più di mille parole descrive la “vera” gioventù, la mia domanda è: lui o lei vuole davvero essere così?

Credo che l’affermazione che riceviamo sui social media venga confusa con l’amore reale. Penso che Instagram sia una grande piattaforma per mostrare alle persone uno scatto della tua vita. Ma penso anche che sia un’eccellente fonte di tentazione per i giovani di confrontare le loro vite con quelle di qualcun altro. L’amore non si misura con il numero di “Mi Piace” che si ottengono o dei follower che si hanno. Se così fosse, non ci sarebbe spazio per Gesù su alcuna piattaforma di social media. Ciò che mi rattrista è che, a meno che tu non sappia come funzionano i social media, è difficile per gli adulti capire veramente quanto sono feriti i giovani. Capisco che i giovani vogliano un po’ di privacy e un certo grado di separazione dagli adulti. Neanch’io vorrei che i miei genitori mi seguissero ovunque. So che commenterebbero tutto. Ma non vorrei che si sentissero esclusi dalla mia sofferenza; non vorrei nasconderla a loro per farla vedere ad altre persone che non possono aiutarmi.

Infine, credo che la frattura di cui soffrono i giovani venga da una mancanza di amore. Di amore per se stessi, mancanza di comprensione del fatto che ci sono persone che li amano e che loro sono sempre amati da un Dio che è amore. Sono sicuro che ci sono quelli che hanno creato un “finsta” solo per divertimento. Ma sono anche sicuro che ci sono quelli che condividono davvero le loro ferite sul loro finsta. Ci viene ricordato dall’evangelista Giovanni (1Gv 4,18-19): “Nell’amore non c'è timore, al contrario l’amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell’amore. Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo”.

Capitano i momenti di insicurezza, dubbio, tristezza e paura, ma la nostra fede ci ricorda che siamo amati, sempre ricercati e sempre accolti.

Come educatori salesiani, abbiamo la responsabilità di sapere come stanno i nostri giovani. Parla con loro della loro vita sui social media. Se inizi a sentire la parola “finsta” nella tua comunità, potrebbe essere il momento di implementare misure preventive. Parla con loro! Anche solo un primo approccio per loro per rifletterci su. Avere una doppia personalità su qualsiasi social media non è qualcosa di cui sia facile parlare per un ragazzo. Ma noi siamo lì per accompagnarli. Continuiamo ad essere presenti nella vita dei giovani, come ci ha insegnato Don Bosco.

InfoANS

ANS - "Agenzia iNfo Salesiana" - è un periodico plurisettimanale telematico, organo di comunicazione della Congregazione Salesiana, iscritto al Registro della Stampa del Tribunale di Roma, n. 153/2007.

Questo sito utilizza cookie anche di terze parti, per migliorare l'esperienza utente e per motivi statistici. Scorrendo questa pagina o cliccando in qualunque suo elemento, acconsenti all'uso dei cookie. Per saperne di più o negare il consenso clicca il tasto "Ulteriori informazioni".