Il Rettor Maggiore dei salesiani, Don Pietro Ricaldone, racconta: “Quando si abbatté sul senatore (Giovanni Agnelli senior, NdR) la tragica morte dell’amatissimo Edoardo, non riusciva a trovare conforto al cuore straziato. Venne a visitarmi per espormi il suo disegno: creare un’istituzione popolare intitolata al figlio. Gli dissi: a Torino, culla della Fiat e dell’opera salesiana, potrebbe sorgere un istituto meccanico di carattere nazionale e internazionale; potrebbe formare soggetti torinesi e di altri Paesi desiderosi di completare la loro cultura e tecnica professionale. Ritornando alle loro terre porterebbero negli occhi la visione della grandiosità della Fiat e sarebbero efficaci divulgatori della sua imponente produzione e meravigliosa attrezzatura. Il senatore annuì e approvò i progetti”.
I lavori iniziano con la posa della prima pietra il 3 luglio 1938. Il progetto è dell’architetto Giulio Vallotti, coadiutore salesiano, noto anche per altre sue opere, come: il santuario Madonna di Lourdes al Selvaggio di Giaveno, il santuario Santa Rita a Torino, l’ampliamento della basilica Maria Ausiliatrice a Valdocco. Su un’area di 40 mila metri quadri sorgono: un oratorio con chiesa e salone-teatro; le aule scolastiche e le officine su corso Stupinigi – dopo la guerra diventa corso Unione Sovietica – con una grandiosa chiesa-santuario, che rimane nei progetti, e le opere per la parrocchia San Giovanni Bosco. Da ottobre 1940 si forma la comunità salesiana.
Dal Bollettino Salesiano del 1° agosto 1938 si viene a sapere che il 3 luglio con il Rettor Maggiore don Ricaldone ci sono i superiori del Capitolo e mons. Francesco de Equino Correa, salesiano, arcivescovo di Cuyabà nel Mato Grosso in Brasile: “L’arrivo del cardinale arcivescovo Maurilio Fossati fu salutato dalle bande e da calorosi applausi. Dopo il canto di “Giovinezza” Don Ricaldone illustrò lo scopo della duplice istituzione offerta dal senatore Giovanni Agnelli in memoria del figlio Edoardo: un oratorio con pubblica chiesa per la cristiana educazione dei figli delle maestranze Fiat e un modernissimo Istituto internazionale di elettromeccanica per la formazione dei tecnici salesiani di tutte le parti del mondo. Interrotto dagli applausi, il Rettor Maggiore rievocò la cara figura del compianto avvocato ed esaltò l’illuminata e generosa beneficenza del senatore. L’inno di Don Bosco conclude il rito”.
Il 19 aprile 1941 il cardinale Maurilio Fossati, presente il senatore e i nipoti, benedice la nuova chiesa dove il giorno seguente Don Ricaldone celebra la Messa e il cardinale Vincenzo La Puma, prefetto della Congregazione dei religiosi, benedice i nuovi locali.
La Stampa del 16 maggio 1993 riporta i festeggiamenti per i 50 anni dell’“Istituto Agnelli” presente il senatore Gianni Agnelli (junior) tra i giovani: “L’Istituto Edoardo Agnelli, uno dei fiori all’occhiello dei salesiani, sforna da mezzo secolo tecnici apprezzati e accoglie 750 allievi. Ieri c’è stata festa per il Cinquantenario e vi ha partecipato anche il sen. Giovanni Agnelli accolto con calore da studenti, genitori e insegnanti. una mattinata diversa per il presidente della Fiat, più volte fatto segno dell’esuberante simpatia dei giovani con i quali si è intrattenuto, posando fra loro per il fotografo, rilasciando autografi, stringendo mani”.
“Negli anni dello sviluppo e fino alle porte del 2000 fu proprio l’avvocato Gianni Agnelli a dare supporto alla nostra Casa, concorrendo in parte al pagamento del riscaldamento e distaccando alcuni ingegneri per la docenza nell’Istituto Tecnico” aggiunge don Claudio Belfiore, Direttore dell’Istituto Agnelli.
Che poi prosegue: “Ancora oggi il nostro Istituto sta sperimentando la vicinanza della famiglia Agnelli: in vista dei lavori di innovazione e potenziamento dell’Istituto Tecnico, che si faranno la prossima estate, la Fondazione Agnelli, il cui Presidente è l’Ing. John Elkann, ha garantito un suo contributo alle spese. Con senso di gratitudine e riconoscenza per quanto ricevuto in tutti questi anni, abbiamo celebrato la Messa in suffragio dei defunti Giovanni, Edoardo e Gianni Agnelli, affidando loro e i loro cari al Signore. Don Bosco ci ha insegnato ad essere molto riconoscenti verso tutti i nostri benefattori, perché con il tanto o il poco che hanno fatto per noi, sono stati la mano della Provvidenza e hanno consentito alla nostra Opera di continuare la propria missione”.
E l’opera continua, infatti, all’insegna del progresso tecnologico per offrire un miglior servizio ai giovani di oggi. Con un nuovo percorso teorico-pratico di robotica industriale, ad esempio.
L’idea nasce da un’intuizione del dipartimento di Meccatronica. L’obiettivo è formare al meglio gli studenti, prossimi protagonisti dell’industria 4.0, con competenze spendibili nel mondo del lavoro: progettazione, programmazione e simulazione di una stazione di robotica. Il percorso è offerto da pochissime scuole italiane. Per due ore a settimana gli studenti di terza e quarta meccatronica lavorano in presenza e a distanza su programmazione e simulazioni. Le classi imparano a comandare un robot e a interfacciarlo con dispositivi e apparati eterogenei. Nei prossimi anni le imprese intensificheranno l’utilizzo di robot, cioè sistemi avanzati in grado di automatizzare le attività. Le aziende potranno avvalersi della robotica: dal mondo aeronautico all’alimentare, dall’elettronico al farmaceutico, dai servizi assistenziali a distanza alle operazioni chirurgiche. Tecnici in grado di progettare, programmare e gestire i robot saranno sempre più richiesti.
Fonte: La Voce e il Tempo, Salesiani ICP