Quando hai iniziato ad impegnarti nel volontariato?
All’età di 16 anni, durante una giornata della gioventù nel mio paese, rimasi colpito dalla testimonianza di un volontario. Così nel 2013 entrai a far parte del gruppo di volontari, che ogni anno organizza missioni di due settimane in diverse località. Ho partecipato a tre missioni a Cerro Chato, una città dell’interno dell’Uruguay, e nella città di Mercedes. Due settimane in cui ci doniamo interamente ai bambini che vivono lì, realtà sempre diverse. A Cerro Chato, ad esempio, non c’era la luce dove dormivamo, mentre a Mercedes eravamo in una scuola con luce e ventilatori. Ma alla fine non sono le comodità ad avere importanza, quanto il lavorare con i bambini.
Come è arrivata l’opportunità di fare volontariato in Ecuador?
L’anno scorso, dopo aver completato la missione a Mercedes, ho sentito il desiderio di andare in missione all’estero per un anno. E poi ho iniziato a sentire che non era un mio capriccio, ma che era la chiamata di Dio. Con l’accompagnamento spirituale del salesiano don José Pérez, ho potuto discernere e capire quali elementi facevano parte della chiamata di Dio e quali elementi erano solo un mio desiderio.
Quale sarà il contributo di Nader per i bambini e i giovani di Esmeralda?
Credo che prima di lasciare l’Uruguay uno può pensare alle molte cose che si danno, ma in verità la cosa principale è quello che loro daranno a me. Sebbene abbia molta esperienza da poter condividere e sia qui per essere vicino a loro, al loro stesso livello, soprattutto avrò un cuore disponibile ad amare: amare i bambini, amare la cultura, amare la comunità, amare Esmeraldas e amare l’Ecuador in generale. Ciò che impegnerà di più il mio cuore quest’anno sarà amare.