Come di consueto, l’Estate ragazzi è stata proposta dal Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e organizzata dalla comunità dei salesiani insieme con le associazioni “Tutto in una festa” e “Play It”.
Com’è nata l’idea del video di auguri al Papa?
Sono stati gli stessi ragazzi, insieme agli animatori, a realizzare questo filmato di circa tre minuti dal titolo “Forza Francesco”, nel quale in coro scandiscono: “Non ti preoccupare, siamo insieme in questa lotta con te”. È stata usata come base la canzone “Forza Gesù” del Piccolo coro dell’Antoniano (Zecchino d’oro), alla quale don Wellington Abreu, salesiano brasiliano, e Carlo Patanè, hanno aggiunto nuove parole. Il video è stato registrato nell’Aula Paolo VI, dove i ragazzi, con le maglie colorate divisi per fasce d’età — verde 5-7 anni, azzurro 8-10 e arancione 11-13 — accompagnati dal suono dell’organo, cantavano il ritornello: “Con il tuo amore si può sognare e avrai la pronta guarigione”, perché “per noi sei sempre un grande amico e vogliamo stare presto con te”. Con grande entusiasmo chiedevano al Papa di tornare subito a Casa Santa Marta, e gli promettevano che “ti faremo ballare un po’ quaggiù”. Seguiva un caloroso applauso di incoraggiamento che concludeva il filmato.
Come è cambiata quest’anno l’esperienza con i ragazzi a causa di Covid-19?
Abbiamo strutturato l’iniziativa partendo dai protocolli di sicurezza che prevedono una serie di misure, dal controllo della temperatura alla igienizzazione delle mani, all’utilizzo della mascherina. Protocollo valido per ragazzi e operatori. Da un lato vi sono attenzioni in più rispetto alla stagione normale del pre-pandemia, ma lo spirito è rimasto il medesimo, cioè costruire con i ragazzi un ambiente educativo e propositivo di valori cristiani. Il divertimento e le tante sorprese ed attrazioni sono tipiche della formula “Estate Ragazzi” e chiunque viene si sente coinvolto a scoprire insieme agli adulti cose nuove e a vivere esperienze uniche.
Quanto spazio è riservato al gioco e quanto alla riflessione?
Sono entrambi momenti fondamentali nella nostra “Estate Ragazzi” e per questo abbiamo destinato ad entrambi la stessa attenzione e lo stesso spazio. Il gioco prevalentemente non competitivo – siamo in un periodo di vacanza ed è anche necessario rilassarsi – si concentra al mattino, mentre al pomeriggio tra input formativi e lavori di gruppo dedichiamo un’ora e mezza a trasmettere una molteplicità di messaggi positivi quali la cura dell’ambiente e un no radicale al razzismo. Sono attività coinvolgenti espresse con un linguaggio alla portata dei ragazzi che comprende anche esposizioni multimediali, teatrali o musicali. Ogni espressione artistica, infatti, può portare il proprio contributo a far sì che i nostri ragazzi e ragazze crescano come cittadini e cristiani consapevoli e convinti.
Chi sono gli educatori?
Gli animatori sono giovani maggiorenni che provengono da esperienze di vita differenti e che hanno scoperto in sé la propensione a lavorare con ragazzi più piccoli. Alcuni provengono da parrocchie, altri da ambienti scout o dal mondo della scuola. Con queste competenze diverse (e con gli studi universitari che molti stanno completando), abbiamo costituito un gruppo affiatato ed entusiasta, pronto a fronteggiare situazioni complesse ma molto interessanti... Ciascun ragazzo o ragazza infatti è una sfida positiva per ciascuno di noi ed è compito degli animatori capire il miglior intervento per far crescere personalmente ciascun individuo. Come lo scorso anno, il coordinamento è affidato alla comunità salesiana in Vaticano insieme alla società “Play It” con l’agenzia di animazione “Tutto in una festa”.
Quale caratteristica differenzia l’Estate Ragazzi in Vaticano dai normali campi estivi?
Dando comunque atto che anche i centri estivi in genere sono attenti ad offrire ai ragazzi esperienze costruttive, questa “Estate Ragazzi” ha il privilegio di svolgersi in una cornice eccezionale come quella del Vaticano, con la collaborazione facilitatrice ad ogni livello di tutte le autorità del territorio, in particolare del Governatorato. Il sostegno del Santo Padre è così forte e incoraggiante: lo sentiamo veramente come uno di noi. Siamo coinvolti in pieno in questo servizio che la Chiesa offre a queste famiglie e speriamo che si crei un discorso di continuità educativa anche al di là delle settimane trascorse insieme per questa esperienza estiva. Dunque, gli aspetti formativi differenziano l’“Estate Ragazzi” dai normali campi estivi. Aspetti formativi che ruotano attorno a un unico grande tema che caratterizza tutte le attività. Un tema che oltre a caratterizzare giochi e laboratori, ogni giorno diventa argomento di confronto e riflessione tra i ragazzi tramite video, scenette teatrali e attività tematiche. Nell’anno speciale dedicato alla Laudato si’, l’enciclica di Papa Francesco sulla cura della Casa Comune, la nostra iniziativa vuole avvicinare i ragazzi alla comprensione dell’emergenza ambientale e sociale che ci troviamo a vivere oggi. La Laudato si’, mentre loda tutto il creato, mette l’uomo al centro di questo progetto di Dio e vede l’intera terra che loda il Signore, partendo dall’esempio di San Francesco. Mentre riflettiamo sulle tematiche ecologiche, cerchiamo di scoprire anche qual è il senso vero dell’essere cristiano, questo modo di pensarsi all’interno del mondo e della creazione.
Quanto si è ispirato a Don Bosco per organizzare l’iniziativa?
Don Bosco era coraggioso fino alla temerarietà quando si trattava di iniziare un’opera pastorale da zero, purché fosse sicuro che dei ragazzi o delle ragazze ne avrebbero tratto un beneficio soprattutto spirituale. Il principio ispiratore è lo stesso anche per noi. Non siamo in un ambiente con le “coordinate salesiane” tipiche dei nostri oratori, ma quando ci sono dei giovani inseriti in un progetto educativo nasce l’oratorio più genuino. Don Bosco poi voleva che i giovani fossero protagonisti della loro educazione con l’accompagnamento di un’équipe di educatori impegnati. Questi punti forti del “sistema preventivo” sono ribaditi in ogni nostra piccola azione educativa e, ne siamo sicuri, anche qualche piccolo “Domenico Savio” o “Laura Vicuña” sarà frutto di questa esperienza.
Nicola Gori
Fonte: L’Osservatore Romano