Sulla Missione Condivisa:
A Hong Kong siamo soliti tenere diverse conferenze o campus a cadenza regolare per i docenti e il personale laico delle scuole, per rafforzare la spiritualità salesiana e anche il senso di appartenenza alla Famiglia di Don Bosco. Ma penso che resti ancora irrisolta la questione di trasformare i collaboratori in veri corresponabili laici nella missione, cioè aiutarli a capire che non stanno solo lavorando, ma che condividono la missione di Don Bosco.
Prendendo a modello Mamma Margarita come prima partner della missione di Don Bosco, penso che la fiducia generi responsabilità. Il mio punto di vista è che salesiani e laici devono coltivare fiducia reciproca e umiltà, affinché i collaboratori possano avere un po' di spazio per pensare alle loro mansioni non solo come a un lavoro, ma come ad una missione. Se i Salesiani si comportano solo come superiori, i laici saranno sempre collaboratori invece di diventare veri corresponsabili. Naturalmente ai laici servono anche buoni direttori spirituali, perché i laici impegnati nella missione, come i giovani, hanno bisogno di vedere l’amore di Dio attraverso i salesiani per poterlo trasmettere ai giovani.
Quale Salesiano per i giovani di oggi?
La presenza dei salesiani è molto importante. Presenza fisica e coinvolgimento di tutta la persona: stare con loro nel gioco e nella ricreazione, pregare con loro... Oggi i salesiani sono molto impegnati, probabilmente vorrebbero stare di più tra i giovani, ma devono curare altre preoccupazioni. Questo però non è abbastanza per i giovani.
L’altra cosa che i giovani desiderano ardentemente dai salesiani è avere una risposta immediata quando si trovano ad affrontare questioni sociali. Credo che tutti sappiano che è stato un anno difficile ad Hong Kong. In quel periodo i giovani erano angosciati, non sapevano come affrontare la situazione. I giovani hanno bisogno di salesiani che condividano la loro esperienza e i loro sentimenti, e che esplorino le situazioni controverse alla luce dell’insegnamento cattolico, in modo da poter usare il magistero della Chiesa per distinguere il giusto e lo sbagliato.
E hanno bisogno di risposte in tempi rapidi: non possono aspettare un mese o due, perché i ragazzi hanno coetanei senza religione o con altre idee, magari radicalizzate, che potrebbero attrarli a sé.
Il mondo sta cambiando in fretta e i giovani hanno bisogno di affrontare un mondo che cambia e i salesiani a volte devono reagire velocemente per salvare l’anima dei giovani prima che si perdano.
Fonte: AustraLasia