Editoriale
Sorprendendo ancora una volta tutti quanti, Papa Francesco, riunito con migliaia di giovani lo scorso fine settimana a Milano, ha sollevato una nuova sfida per la Chiesa, proponendo il bel compito di confrontarsi con la realtà dei giovani, di parlare con loro, di ascoltarli e insieme di lasciarsi interpellare alla luce del Vangelo.
Papa Francesco, nella sua lettera per la Quaresima di quest’anno, invita ad essere generosi con i bisognosi, sottolineando che questa generosità ci deve portare non a dare quello che avanza, ma a dare del nostro. A questo proposito l’esempio offerto da Chuck Feeney, un uomo di 85 anni che ha donato tutti i suoi beni in beneficenza, ben rappresenta la frase: “Non ha dato le briciole. Ha dato il pane intero”.
Papa Francesco è senza dubbio uno dei più grandi leader del nostro tempo; è impossibile per un credente comprendere il contesto geopolitico e sociale a prescindere dai suoi interventi. Un Pontefice profondamente innovativo che ci sorprende sempre con il suo magistero impregnato della “freschezza” del Vangelo che spaventa e scandalizza molti.
Zygmunt Bauman, il sociologo e filosofo polacco recentemente scomparso, sottolineava due aspetti caratteristici della nostra società: il primo è legato alla precarietà: “la vita liquida è una vita precaria e vissuta in condizioni di costante incertezza. Le preoccupazioni più pressanti e persistenti che turbano questa vita sono quelle derivanti dal temere di essere presi alla sprovvista, di non essere più in grado di tenere il passo con gli eventi che si muovono ad una gran velocità, e di rimanere indietro”.