La celebrazione, realizzata a poco più di due anni dall’iscrizione dell’infermiere salesiano nell’albo dei santi (9 ottobre 2022), ha avuto inizio a metà pomeriggio, con un Rosario animato, a cura di Salesiani Coadiutori di varia provenienza.
Successivamente, nella Basilica del Sacro Cuore, si è realizzato l’evento centrale della giornata, la celebrazione eucaristica in onore di Sant’Artemide Zatti, presieduta dal Rettor Maggiore Emerito, Card. Ángel Fernández Artime, e concelebrata da circa 50 salesiani, tra cui i membri del Consiglio Generale don Stefano Martoglio, Vicario del Rettor Maggiore, don Ivo Coelho, Consigliere Generale per la Formazione, don Alphonse Owoudou, Consigliere Regionale per l’Africa Madagascar e Regolatore del prossimo Capitolo Generale 29° della Congregazione Salesiana, diversi Ispettori d’Europa e il Direttore della comunità, don Francesco Marcoccio.
Davanti al presbiterio, nei banchi della basilica, sedeva invece una vasta assemblea di fedeli, composta da Salesiani di Don Bosco, membri della Famiglia Salesiana e operatori pastorali della Basilica salesiana del Sacro Cuore.
Nell’omelia il porporato salesiano ha esordito ricordando il suo legame diretto con il santo infermiere, maturato negli anni del suo servizio come Ispettore in Argentina, laddove poté conoscere da vicino i luoghi, le testimonianze e soprattutto l’eredità spirituale di Zatti. Poi il Rettor Maggiore Emerito ha sottolineato tre aspetti del santo salesiano coadiutore da prendere ad esempio, in particolare per i consacrati.
Innanzitutto, ricordando la sua storia di vita e vocazionale e il suo iniziale desiderio di essere sacerdote, ad imitazione del suo padre spirituale, ha rimarcato la sua capacità di discernere e abbracciare con decisione la volontà di Dio. “Dio ci porta nella vita con i suoi piani e il suo sguardo per cammini inaspettati” ha pertanto aggiunto il Card. Á.F. Artime, osservando come l’esperienza di stravolgimento dei propri piani vissuta da Zatti capita a tutti prima o poi nella vita; ma la scelta se seguire o meno i piani di Dio determina la pienezza di una vita: “Possiamo anche seguire il nostro cammino, ma non sarà il cammino della piena felicità”.
Il secondo tratto messo in luce dell’esperienza spirituale di Zatti è stato il suo completo affidamento a Dio anche in età matura, quando il Vescovo ordinario di Viedma, salesiano, costrinse alla chiusura il nosocomio in cui Zatti operava da anni per fare spazio alla nuova cattedrale diocesana. Fu qualcosa di molto duro da sopportare per Zatti, ma anche in questo caso egli seppe vivere l’esperienza con uno sguardo di fede. “Soltanto nella fede si possono trovare delle risposte!”. Da qui il Cardinale salesiano ha fatto derivare un monito specifico: “A cosa serve la nostra vita da consacrati, se non a testimoniare al mondo la felicità nell’affidamento ai piani di Dio?”.
Il terzo elemento è stato lo spirito di comunità incarnato da Zatti: lui che aveva molti impegni ed attività, che visitava i poveri e i malati, nell’ospedale e tante volte anche a casa, che avrebbe avuto tutti i motivi per soprassedere, “aveva marchiato a fuoco nel cuore che per lui la vita come salesiano e con la comunità era qualcosa era preziosa. È stato un modello di vita salesiana anche nella sua scelta per la comunità”.
Al termine della Messa il raduno ha previsto un momento di condivisione di diverse testimonianze, nella quale vari relatori, con diversi approcci ed esaminando diversi aspetti, hanno raccontato cosa Sant’Artemide Zatti ha ispirato in loro. Sono intervenuti, nella circostanza, due giovani studenti, un postnovizio coadiutore dello studentato salesiano di San Tarcisio, un salesiano dell’Ispettoria Africa Nigeria-Niger, dedicata a Sant’Artemide Zatti, don Ricardo Campoli, regista del mediometraggio “Zatti, Fratello Nostro”, e di una religiosa italiana delle Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, l’istituto fondato dal Beato salesiano Luigi Variara, che ha intrecciato un parallelo tra Zatti e Variara nella spiritualità del servizio ai malati.
Attraverso tutti i loro contributi i vari interventi hanno fatto scoprire alcune realtà di questo “santo di tutta la Famiglia Salesiana”; la serata di festa si è infine conclusa nella condivisione anche dell’agape fraterna.
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