di Gian Francesco Romano
L’attenzione alle periferie non è qualcosa da proclamare, ma da vivere e testimoniare: per quello, dunque, una visita a Baku, in quella piccola Chiesa che cresce e si radica lentamente, attorno alla comunità salesiana, che dal 2001 è incaricata di animarla.
L’arrivo del Papa presso il centro salesiano e il suo cammino sul sagrato della Chiesa dell’Immacolata resteranno come un ricordo indimenticabile per tutta la comunità locale. Così come le parole da lui pronunciate durante l’omelia, a proposito di “due aspetti essenziali della vita cristiana: la fede e il servizio”. Due aspetti che, come ha detto il Papa citando santa Teresa di Calcutta, sono profondamente legati: “il frutto della fede è l’amore. Il frutto dell’amore è il servizio. Il frutto del servizio è la pace”.
Anche dopo la messa, subito prima di ripartire per gli altri impegni ufficiali della giornata, il Santo Padre ha avuto modo di testimoniare ancora una volta la sua vicinanza di pastore al piccolo gregge azero. È stato quando, al termine dell’Angelus, ha ribadito il significato della sua presenza “per una piccola comunità di 700 persone”, e ha offerto il suo incoraggiamento con dei consigli pratici ricordando la piccola comunità del Cenacolo: “soltanto due cose sono necessarie: in quella comunità c’era la Madre - non dimenticare la Madre! -; e in quella comunità c’era la carità, l’amore fraterno che lo Spirito Santo ha riversato in loro. Coraggio! Avanti! Go ahead! Senza paura, avanti!”.
Una grande iniezione di fiducia ed entusiasmo per i Salesiani in servizio a Baku e tutti i cristiani nel paese, a 14 anni di distanza dalla prima visita di un Pontefice, quella di san Giovanni Paolo II, di cui ancora oggi perdurano i benefici effetti.
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