RMG – I santuari dedicati al Padre e Maestro dei Giovani: il Tempio Don Bosco di Roma

23 Gennaio 2025

(ANS – Roma) – Nell’anno del Giubileo Ordinario 2025, la rassegna di ANS dedicata alla riscoperta dei santuari salesiani dedicati a Don Bosco in tutto il mondo comincia proprio dalla Città Eterna, con il Tempio Don Bosco situato sulla via Tuscolana.

La basilica fu costruita agli inizi degli anni ‘50 del Novecento dal noto architetto siciliano Gaetano Rapisardi, che vinse il concorso indetto dalla Pontificia Commissione per l’Arte Sacra per conto dei Salesiani.

Il 12 settembre 1952 venne posta la prima pietra del nuovo edificio da parte del cardinale vicario Clemente Micara, ma i lavori veri e propri iniziarono circa un anno dopo; la chiesa fu inaugurata il 2 maggio 1959 con solenne consacrazione ad opera del cardinale Benedetto Aloisi Masella, Protettore della Congregazione Salesiana; buona parte degli interni però era ancora da realizzare, e solo nel 1964 l’edificio fu ultimato secondo i piani originari.

Il giorno dopo la consacrazione, il 3 maggio, venne in visita alla nuova chiesa lo stesso Pontefice, Papa Giovanni XXIII, per pregare davanti all’urna del santo torinese a cui era intitolato l’edificio sacro e che, per l’occasione, era stata trasferita da Torino a Roma.

La chiesa è sede parrocchiale, eretta il 7 novembre 1953 con il decreto del cardinale vicario Clemente Micara Pervigili cura, ed affidata ai Padri Salesiani, che sono i proprietari della chiesa.

Paolo VI, con la costituzione apostolica Romana haec sedes del 5 febbraio 1965, la elevò a diaconia cardinalizia, con la denominazione di San Giovanni Bosco in via Tuscolana e, il 20 novembre successivo, la promosse alla dignità di basilica minore con la lettera apostolica Adulescentium patris.

Esternamente la basilica si presenta compatta e dominata dalle due cupole, di cui la maggiore – con una scelta architettonica che anticipa le intuizioni del Concilio Vaticano II – non è quella posta sopra il presbiterio, bensì la prima dall’ingresso, quella soprastante l’assemblea: con un diametro di circa 40 metri è la terza tra le chiese di Roma, dopo la cupola del Pantheon e quella della Basilica di San Pietro.

Nella facciata è inserito un altorilievo, opera di Arturo Dazzi, raffigurante l’Apoteosi di San Giovanni Bosco, accompagnato da 6 statue marmoree, i santi salesiani Francesco di Sales e Giuseppe Cafasso, i papi Pio IX (che approvò le Costituzioni e la Società salesiana e fu il primo iscritto dell’Associazione dei Salesiani Cooperatori) e Pio XI (che beatificò e canonizzò Don Bosco) e gli arcangeli Michele e Gabriele. Altri due statue bronzee di angeli compaiono anche nel portico – insieme ad altri soggetti – e significativa, in tutta la basilica, è proprio la raffigurazione degli angeli, espressione della grande devozione di Don Bosco verso l’angelo custode. Degli angeli sono rappresentati, infatti, anche negli altari laterali, nei bassorilievi, nelle vetrate, come statue… E ce ne sono ben 15 solo nel grande mosaico raffigurante San Giovanni Bosco in Gloria, opera di Giovanni Brancaccio, che fa da pala d’altare.

Sempre all’esterno spiccano le due torri campanarie simmetriche, su una delle quali sono installate le campane, frutto di unica fusione ad opera della fonderia Colbachini di Bassano del Grappa nell’anno 1957. È uno dei più grandi concerti di campane della Capitale, sia per numero di campane, sia per tonalità.

L’interno della chiesa è a pianta basilicale a tre navate separate da pilastri, e con transetto. La navata centrale è illuminata dalla grande cupola, mentre le navate laterali sono illuminate da 32 grandi lampadari in oro e vetro di Murano, fatti a mano con motivi floreali ed angeli. Nei pilastri, che separano fra loro le navate, sono incastonate le formelle in bronzo della Via Crucis di Venanzo Crocetti.

Gli interni delle due cupole sono decorati con mosaici: quella della cupola minore raffigurano diversi simboli cristiani alternati a scritte in latino; quelli della grande cupola rappresentano alcuni tra i più significativi sogni di Don Bosco.

La chiesa è poi riccamente decorata da vetrate policrome, che creano un particolare effetto scenico. Le vetrate principali si trovano nei tamburi delle due cupole: nel tamburo della cupola maggiore vi sono raffigurate Storie della Bibbia; mentre nel tamburo di quella minore, I sette sacramenti e le Opere di misericordia.

La chiesa ospita anche un organo a canne Tamburini opus 394, costruito fra il 1958 e il 1959, tra i maggiori d’Italia, con 70 registri per un totale di 5.274 canne e 13 campane tubolari.

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