In Palestina, e in misura minore in Siria, la popolazione continua a subire la violenza di bombardamenti e attentati. “Per due giorni la zona dove ha sede la scuola di Nazareth è stata sottoposta a pesanti bombardamenti. I bambini non hanno potuto frequentare le lezioni”, raccontano i salesiani. I rifugiati sono nuovamente minacciati. Nella regione ci sono migliaia di rifugiati, provenienti soprattutto da Siria e Iraq. Le difficoltà per loro sono aumentate a causa dell’escalation di violenza nella regione.
Attualmente è soprattutto la popolazione libanese che vive in uno stato di panico per il presente e di incertezza per il futuro. Gli attacchi, che fino a pochi giorni fa si concentravano nel sud, ora si stanno estendendo fino alla capitale, e i continui bombardamenti aumentano il numero di morti, feriti e sfollati. I salesiani continuano ad adattare le loro strutture a El Houssoun per accogliere gli sfollati e offrire loro uno spazio sicuro, con un’attenzione specifica per i minori, ma sono consapevoli che le necessità aumenteranno nei prossimi giorni. Una parte della popolazione siriana rifugiata, che un tempo fuggiva dalla guerra nel proprio Paese, sta tornando in Siria, con il paradosso di fuggire dal conflitto nel Paese ospitante per tornare nella loro patria dove pure ancora perdura una guerra.
Il Libano è un Paese con una popolazione di sei milioni di abitanti e ospita circa 1,5 milioni di rifugiati siriani; di fatto, è il Paese con il più alto numero di rifugiati per chilometro quadrato al mondo. Dal 7 ottobre 2023, da quando è scoppiato il conflitto di Gaza, fino a pochi giorni fa, il Paese era in uno stato di guerra latente, ma gli attacchi che Israele ha condotto negli ultimi giorni hanno causato un numero di sfollati superiore a quello della guerra del 2006.
I bombardamenti si sono diffusi in tutto il Paese, costringendo alla chiusura di scuole e ospedali e danneggiando le infrastrutture elettriche e idriche. Il bilancio delle vittime e dei feriti continua a salire e più di un milione di persone sono sfollate dalle loro case. “La maggior parte è fuggita senza nulla e sta occupando abusivamente edifici pubblici o vagando per le strade in cerca di cibo”, riporta un salesiano di Beirut.
“L’energia elettrica c’è a malapena per una o due ore al giorno e siamo preoccupati per l’arrivo delle piogge e dell’inverno”, continua. L’opera salesiana a El Houssoun è tornata ad essere un rifugio sicuro per la popolazione. Durante la guerra civile nel Paese (1975-1990), mentre la scuola salesiana di Beirut fu definitivamente chiusa a motivo delle circostanze, la casa di El Houssoun venne occupata e trasformata in caserma, ma divenne anche, per anni, un rifugio sicuro per centinaia di cristiani sfollati. Inoltre, durante la prima guerra tra Israele e Hezbollah nel 2016, ospitò temporaneamente un centinaio di sfollati, musulmani e cristiani, provenienti dai villaggi del sud.
“Arrivano senza nulla e noi cerchiamo di offrire loro l’essenziale per vivere: un posto per poter dormire, vestiti caldi, cibo, un posto sicuro dove stare, assistenza ai bambini... Sarà molto importante l’assistenza psicologica per i più piccoli, che hanno visto interrotta la loro educazione. In città sono arrivati più di 9.000 sfollati e alla casa salesiana ne stiamo già ospitando più di un centinaio, di cui più della metà sono minori, ma in totale stiamo assistendo più di 4.000 persone nelle nostre opere”, assicura il salesiano.
In generale, oltre 180.000 persone hanno lasciato il Libano negli ultimi giorni. Almeno 125.000 sono rifugiati dalla Siria che hanno deciso di tornare nel loro Paese d'origine, nonostante la guerra sia ancora in corso. Molti di loro erano in Libano da più di 10 anni e non avrebbero mai pensato di dover fuggire di nuovo a causa della guerra. Il resto delle persone che hanno lasciato il Paese sono libanesi che sono diventati a loro volta rifugiati in Siria. “In questo momento le frontiere con la Siria sono aperte, quindi, è anche difficile sapere esattamente quante persone stanno lasciando il Paese”, spiegano i salesiani.
L’escalation di violenza nella regione e la condizione di tanti rifugiati e sfollati sta portando i salesiani a stabilire un piano generale dui accoglienza, per offrire opportunità di vita alle persone che arrivano nelle opere salesiane e alle famiglie vicine che hanno bisogno di aiuto.
Tra i vari enti di solidarietà che si sono già attivati per questo c’è anche “Misiones Salesianas”, la Procura Missionaria Salesiana di Madrid, che ha lanciato la campagna “Emergenza Medio Oriente”.
Fonte: Misiones Salesianas