RMG – Una missione in Ucraina per dare ed organizzare la speranza

09 Aprile 2024

(ANS – Roma) – Nel 2022, all’inizio della guerra in Ucraina, gli enti salesiani italiani attivi nella solidarietà internazionale – la Procura Missionaria salesiana di Torino, Missioni Don Bosco; la Fondazione “DON BOSCO NEL MONDO”; la Fondazione “Opera Don Bosco onlus” (Milano); la Fondazione “Opera Don Bosco nel mondo” (Lugano) e l’ONG “Volontariato Internazionale per lo Sviluppo” (VIS) – decisero di coordinare il loro lavoro per rendere concreta la loro risposta d’emergenza a fronte delle necessità scaturite dal contesto di guerra. Nacquero così una serie di progetti che in questi due anni hanno accompagnato i salesiani e la popolazione locale per far fronte alle situazioni particolarmente pesanti cui sono dovuti sottostare.

“Era necessario dopo questi due anni andare a svolgere una visita sul campo per rendere sempre più efficaci gli interventi in essere” ha raccontato ai salesiani della Sede Centrale Salesiana don Luca Barone, membro di questa medesima comunità così come del Comitato Esecutivo del VIS, appena ritornato dalla spedizione in Ucraina pensata proprio per verificare tali programmi e dare vita ad una nuova progettazione.

“In queste missioni – ha proseguito don Barone – il primo scopo non è soltanto il trasferimento delle competenze, ma la manifestazione di vicinanza alle persone: i salesiani, in primo luogo, ma anche gli operatori attivi sul campo – solo il VIS attualmente ne ha impegnati 17 – e poi ovviamente a tutte le persone beneficiate”.

La delegazione salesiana è entrata in Ucraina dalla Polonia lunedì 1° aprile, con prima tappa a Leopoli – una città in cui i Figli di Don Bosco hanno attivato tre grandi progetti.

Il primo di questi ha riguardato l’accoglienza degli sfollati interni provenienti dalle regioni orientali del Paese. Con il sostegno degli Enti Salesiani italiani attivi nel settore della solidarietà internazionale, il Dipartimento della Protezione Civile della Regione italiana Emilia-Romagna e del Governo della Polonia, i salesiani hanno predisposto dei container abitativi in grado di ospitare dignitosamente le famiglie giunte a Leopoli con il minimo indispensabile. “In questo momento ci sono 960 persone che ancora vivono in questi container, tra cui 314 sono minori tra i 5 e i 17 anni – e altri 12 nuclei familiari che vivono al di fuori di questi container” ha sottolineato don Barone. Per questo progetto il VIS cura l’alimentazione, fornendo pasti quotidiani a tutte queste persone.

Un secondo progetto, denominato “Unbroken” (Non spezzato) è dedicato alle persone rimaste mutilate a motivo della guerra e prevede il sostegno all’“UNBROKEN National Rehabilitation Center”, in cui adulti e bambini colpiti dalla guerra possono ricevere un’assistenza medica completa e qualificata, che include chirurgia ricostruttiva, ortopedia e protesi robotiche. Come ha spiegato il salesiano, le persone mutilate a causa della guerra rappresentano un segmento sociale molto ampio, composto da giovani soldati feriti sul fronte, persone rimaste vittime delle migliaia e migliaia di mine lasciate dalle truppe russe nei territori da loro invasi, soprattutto nell’est, o quanti sono rimasti colpiti dalle schegge deflagrate durante le esplosioni dei bombardamenti. In aggiunta alle attività del progetto “Unbroken”, con una prospettiva salesiana di reintegrazione e socialità per queste persone così duramente provate, i salesiani hanno attivato un programma che prevede il coinvolgimento nella pratica sportiva e la formazione di una squadra di calcio di mutilati con protesi.

Il terzo progetto portato avanti dai salesiani è coordinato insieme al personale della casa-famiglia salesiana di Leopoli – una delle attività ordinarie dei Figli di Don Bosco in quella città, e prevede un accompagnamento speciale verso i minori rimasti orfani a causa della guerra “molti dei quali non sono ancora consapevoli di non avere più la loro famiglia”.

La delegazione salesiana, con molta attenzione ai protocolli di sicurezza, è riuscita poi a raggiungere la Capitale, Kyiv, dove i salesiani gestiscono progetti di sostegno psicosociale alla gente del posto.

Dalla città di Dnipro vengono invece coordinati gli interventi di aiuto alla popolazione residente nelle regioni orientali. In tal senso don Barone ha ricordato l’impegno che vede i salesiani caricare di derrate e di generi di prima necessità dei pulmini diretti sia al fronte, sia a quelle persone che non hanno voluto lasciare le loro case – la quasi totalità degli anziani – cui le autorità governative non riescono a provvedere dato che il dispendio di risorse in questa situazione bellica è troppo elevato.

Inoltre, a Kiyv la delegazione degli enti salesiani italiani di solidarietà internazionale ha avuto modo di curare tutti gli incontri istituzionali di confronto e dialogo: con l’Ambasciatore Italiano, il Nunzio Apostolico, il rappresentante di Caritas Italia e il responsabile dei programmi di emergenza dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.  

Concludendo la sua condivisione con i suoi confratelli, don Barone ha manifestato alcune considerazioni maturate durante la sua visita, come, ad esempio, il fatto che la solidarietà dell’uomo, se non diventa progetto, alla fine decade, lasciando sole le persone. Per questo, ha manifestato “noi salesiani possiamo guardare allo sviluppo e all’emergenza solo dal punto di vista pastorale”, e cioè “tenere insieme l’emergenza e lo sviluppo nella chiave della pastorale giovanile”.

Infine, il salesiano ha osservato la stridente scissione tra il tempo pasquale in cui la missione in Ucraina si è svolta, richiamando l’espressione “la salvezza viene dall’alto”, e la realtà attuale della guerra, per cui spesso “è la morte che viene dall’alto”, a motivo dei continui bombardamenti. Ciononostante, ha concluso, i Figli di Don Bosco in Ucraina restano sempre impegnati non solo a dare sostegno materiale, ma soprattutto ad offrire una prospettiva di senso, un significato ulteriore per riuscire ad avere, in mezzo al continuo risuonare degli allarmi bomba, uno sguardo di futuro e di speranza.

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