L’Anno della Gratitudine è iniziato con la celebrazione eucaristica trasmessa in diretta dalla televisione nazionale cattolica TV LUX nella chiesa della Vergine Maria dei Sette Dolori a Vajnory, paese natale di don Zeman. La Messa, presieduta dall’Ispettore, don Peter Timko, è stata concelebrata da numerosi sacerdoti salesiani, e ha visto la partecipazione di don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale delle Cause dei Santi della Famiglia Salesiana, come predicatore dell’omelia (che in italiano si trova qui, dal minuto 17:30 fino al minuto 28:30).
I salesiani vogliono che la celebrazione del loro arrivo presenti e faccia rivivere il carisma di Don Bosco in Slovacchia. Essi costituiscono la congregazione maschile più numeroso del Paese e, seguendo l’esempio del loro fondatore Don Bosco, danno priorità al lavoro con i bambini e i giovani. Aiutano anche le persone socialmente più vulnerabili e sono attivi nell’assistenza ai rifugiati ucraini. “In questi tempi difficili, siamo ancora più consapevoli della necessità di un’educazione responsabile per formare i giovani. Vogliamo essere vicini a loro, offrire un programma interessante, ma anche risposte alle domande che li preoccupano” ha affermato l’Ispettore della Slovacchia (SLK), don Timko, aggiungendo che “in occasione della celebrazione, vogliamo trasmettere con umile gratitudine ciò che abbiamo ricevuto”.
L’ospite venuto da Roma, don Pierluigi Cameroni, è stato responsabile del processo di beatificazione dello slovacco Tito Zeman. “Conosco diverse testimonianze della fedeltà dei salesiani durante il regime comunista nel vostro Paese. Questa memoria di amore eroico per Cristo è un seme di speranza perché il sogno profetico di Don Bosco possa continuare, coinvolgendo sempre più i giovani stessi e tutta la Famiglia Salesiana in questa nuova avventura di grazia e di carisma salesiano”, ha affermato don Cameroni.
Attualmente ci sono 23 centri salesiani in tutta la Slovacchia. I Salesiani lavorano anche nelle comunità dei Rom di “Lunik IX” a Košice, e nel distretto di Poštárka, a Bardejov. Lavorano anche nelle missioni in Azerbaigian e nella Repubblica di Yakutia, nella Russia siberiana. Nei loro centri offrono principalmente incontri formativi (riunioni di gruppo tra pari), gruppi di interesse, sport, campi, viaggi, oltre a eventi spirituali, sociali e culturali. Sono i fondatori di tre strutture scolastiche. Ultimamente hanno aperto centri di assistenza spirituale e psicologica in quattro centri a Bratislava e Košice, per accompagnare i giovani più vulnerabili nei periodi più difficili della loro vita. I Figli di Don Bosco educano nello spirito dei valori cristiani, ma le porte dei loro centri sono aperte a tutti. E tutte le attività dei salesiani vengono portate avanti soprattutto grazie all’aiuto di centinaia di volontari.
Nel corso di quest’anno centenario si svolgeranno numerose attività per celebrare questo importante anniversario, e non solo con i membri della Famiglia Salesiana. Tra le altre cose, verrà pubblicato il libro commemorativo Il sogno che continua, un’opera che traccia il percorso centenario dei Salesiani in Slovacchia. Sono stati pubblicati anche una guida ai luoghi salesiani in Slovacchia e un opuscolo speciale per i bambini sulla vita di Don Bosco. Infine, è stata ristampata l’opera di Teresio Bosco, la popolare biografia di Don Bosco, in slovacco.
Inoltre, a maggio, a Košice, si terrà un grande forum pubblico sull’educazione dei giovani oggi. Per coloro che amano viaggiare ed esplorare il paese, verrà creata una mappa elettronica della Slovacchia con i luoghi legati all’attività salesiana di oggi e del passato. Il primo fine-settimana di giugno i giovani degli ambienti salesiani – e non solo – s’incontreranno all’ormai tradizionale festival musicale “Lumen” nella città di Trnava. E anche l’Estate Ragazzi di quest’anno sarà dedicato al tema del centenario.
Le celebrazioni culmineranno ufficialmente durante il fine-settimana del 6-8 settembre 2024. In quell’occasione, in occasione del centenario dell’arrivo dei primi salesiani in Slovacchia, a Šaštín, città in cui venne aperto il primo istituto dei Figli di Don Bosco, si terrà un pellegrinaggio di ringraziamento con meta finale presso la Basilica di Nostra Signora dei Sette Dolori, e a seguire una solenne Concelebrazione Eucaristica.
I materiali e le attività relative alla preparazione e alla celebrazione dell’Anno della Gratitudine sono disponibili in slovacco sul sito 100.saleziani.sk e sulle reti sociali dei salesiani della Slovacchia.
Su richiesta dei salesiani in Slovacchia, la Penitenzieria Apostolica in Vaticano ha concesso ai fedeli la possibilità di ottenere le indulgenze plenarie. È sufficiente che, alle solite condizioni, visitino la chiesa parrocchiale di Vajnory o una chiesa o cappella pubblica dei salesiani o della Famiglia Salesiana in Slovacchia tra l’8 gennaio 2024 fino all’8 settembre 2024. Il dono delle indulgenze plenarie è allargato anche ai malati e a tutti coloro che sono fisicamente impossibilitati a essere presenti in chiesa, offrendo le loro sofferenze al Signore o con una preghiera devota.
Quanto al percorso dei salesiani in questo primo secolo di presenza, dopo un inizio promettente negli anni ‘30 e ‘40 del XX secolo, sull’attività dei salesiani nell’allora Cecoslovacchia ebbero il loro influsso le vicende della Seconda Guerra Mondiale. Al termine della quale, come altri ordini religiosi, anche i salesiani vennero sciolti con la forza dal regime comunista e furono perseguitati. Decine dei salesiani condannati dal governo comunista trascorsero un totale di quasi 400 anni nelle prigioni. Tra i prigionieri politici c’era anche il beato Titus Zeman. Sia i salesiani, sia numerosi membri della Famiglia Salesiana, svolsero tuttavia clandestinamente le loro attività formative e pastorali. La Congregazione ha ricominciato ad operare ufficialmente in Slovacchia all’inizio degli anni Novanta. Attualmente i salesiani dell’Ispettoria “Maria Ausiliatrice” della Slovacchia sono 181, di cui solo cinque stranieri (provenienti da India, Burundi, Russia e Corea del Sud). Nell’arco di 100 i salesiani slovacchi hanno lavorato e lavorano come missionari in 50 Paesi del mondo.
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