A pronunciarlo è stato Alessandro Maculan, assessore scledense che ha affiancato i ragazzi durante la salita. “L’escursione è rivolta non solo ai giovani, ma soprattutto a quel ragazzo sconosciuto, che ha perso la vita per il suo Paese” ha poi aggiunto.
Il via alle celebrazioni locali per questo centenario era stato dato già sul finire di settembre, con lo svelamento di una targa dedicata al Milite Ignoto nella chiesetta di Santa Maria sul Pasubio.
“Vogliamo rendere omaggio ai cento anni dalla sepoltura del Milite Ignoto a Roma all’Altare della Patria con una targa dedicata ad un ragazzo, con sogni, speranze, futuro, paure… Un ragazzo che non voleva morire, ma che voleva vivere come noi tutti” ha sottolineato il giovane assessore, anche ricercatore presso l’Università di Padova, e buon conoscitore della popolazione giovanile.
“Ha trovato la morte in battaglia senza poter esser stato neppure identificato, senza poter essere chiamato con un nome e un cognome. Ignoto – ha poi proseguito –. Ma ignoti non è stato il suo valore, il suo coraggio e il suo onore, qualità che hanno forgiato l’Italia, per la prima volta davvero unita nell’affrontare un conflitto epocale, un massacro senza precedenti per l’Europa e per il mondo. Grazie a tanti altri ragazzi come lui il Pasubio fu il perno che tenne con il fiato sospeso il Paese durante la guerra, mai caduto in mano nemica a qualsiasi costo e sacrificio perché come ben ricorda la nota targa della Brigata Liguria ‘Di qui non si passa’, e così fu. Oggi è necessario far sì che il suo ricordo non sia solo un ricordo: dobbiamo far sì che il suo spirito viva nei cuori delle nuove generazioni”.
Secondo l’assessore scledense, il modo giusto per i giovani per fare la propria parte è essere impegnati nella difesa di quei diritti e doveri conquistati, nella difesa quotidiana della democrazia, nella partecipazione alla realtà sociale nell’impegno per un associazionismo attivo e nel volontariato che tengono in piedi molti servizi essenziali alla popolazione, nell’interesse per ciò che accade al prossimo e non solo a ciò che accade a noi.
“Partecipare è il solo imperativo – ha sottolineato Alessandro Maculan –. Essere parte della polis, essere partecipi e persuasori del processo decisionale, non subirlo e basta”.
Fonte: Alto Vicentino