Quest’iniziativa ha radunato diversi volontari: parrocchiani, scout, membri della Famiglia Salesiana, anche volontari di organizzazioni politiche. Al punto di raccolta la gente ha iniziato a portare materiale per cucire le mascherine o dispositivi di protezione già pronti, mentre 70 volontarie cucivano le mascherine a casa. Per scoprire dov’è che servissero i dispositiva, Ilona si è impegnata anche a chiamare le strutture sanitarie, mentre altri volontari effettuavano poi la consegna.
“Mi sono resa conto che le persone più a rischio avevano bisogno di aiuto e che né lo Stato, né il Comune hanno sufficiente flessibilità o possibilità di darlo. Sapevo a chi potevo rivolgermi a chi ne aveva bisogno e siccome la parrocchia di Kobylisy è grande, avevo anche abbastanza persone disposte ad aiutarmi. La mia intenzione era di aiutare velocemente, perché quando si aiuta velocemente, si aiuta di più”, spiega Ilona Tůmová.
“Ho una figlia, che lavora nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale universitario di Praga – prosegue Ilona –. Abbiamo portato loro alcune maschere facciali il primo giorno, perché non avevano quasi nessun equipaggiamento protettivo, solo un’unica mascherina per un turno di 12 ore. Come ringraziamento, i medici mi hanno inviato in seguito una foto con le nostre di mascherine”.
Il suo coinvolgimento nel progetto “Mascherine Cucite N° 8” ha un doppio valore, civile e religioso – da onesta cittadina e da buona cristiana, potremmo dire. “Mi ha dato la forte sensazione che la società civile esiste e funziona e che sono circondata da persone buone e forti. Quando ci sono dei problemi, le persone si raccolgono. La solidarietà ti dà una grande carica e il compito di noi cristiani è quello di essere il sale della terra. Questo conferma la mia convinzione che non dobbiamo avere paura di ciò che verrà, perché le persone possono essere davvero grandi. E la nostra parrocchia salesiana è il centro naturale del nostro quartiere” conclude Ilona.
Una delle volontarie che cuce le mascherine da casa è Lucie, figlia di Ilona. È un’assistente sociale e attualmente è in maternità. Ha deciso di riempire il suo tempo libero con un aiuto volontario e ha cucito un centinaio di maschere. Ecco cosa dice: “Sentivo di dover aiutare, e il cucito era uno dei modi in cui potevo contribuire a combattere la minaccia. All’inizio non ero sicura che fosse davvero necessario, ma durante la prima settimana ho capito che aveva senso e che era necessario”.
“Ci siamo sostenute a vicenda nel cucito – continua –. Abbiamo visto che mancavano le maschere facciali e altri dispositivi di protezione. I medici e le infermiere ci sono stati incredibilmente grati e abbiamo ricevuto un grande sostegno anche da parte dei cittadini. La nostra principale forza trainante sono stati la solidarietà e l’aiuto reciproco”.
Lucie prima della dichiarazione d’emergenza si è ritirata fuori Praga, “che è al centro dell’attività principale – spiega –. Qui dove mi trovo non si noterebbe nemmeno che c’è una situazione di emergenza. L’aiuto dei volontari mi ha dato la sensazione di poter fare qualcosa per aiutare a risolvere l’emergenza, anche da lontano”.
Il gruppo “Mascherine Cucite N° 8” ha cucito già oltre 8.000 mascherine e collegato un centinaio di volontari. Dietro il loro lavoro ci sono molto tempo, energie, risparmi privati, materiale e macchine da cucire impegnati,