L’iniziativa, avviata insieme alla Scuola Superiore in Psicologia Clinica (SSPC-IFREP), alla Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Transazionale (SSPT) e alla Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Interpersonale e di Gruppo (SSPIG-ARPI), si inserisce nel più ampio progetto educativo che l’UPS porta avanti attraverso la didattica.
Il progetto “Tu stai a casa…Io sto con te” nasce dall’esigenza di “professionisti e psicologi specializzandi di mettersi al servizio degli altri, per fornire un luogo di scambio e di ascolto nel quale le persone possano sentirsi comprese, attivare risorse per autoregolarsi e intraprendere percorsi di accompagnamento psicologico”, precisa il prof. don Mario Oscar Llanos, Decano della Facoltà di Scienze dell’Educazione, di cui fa parte la Scuola di Specializzazione.
“Questa iniziativa è importante perché è il contributo della nostra Università – conclude il prof. Llanos – per attenuare gli impatti psicologici che questa situazione emergenziale può determinare, soprattutto sulle famiglie e i bambini”.
Il lungo periodo di isolamento sociale, la convivenza forzata, lo smarrimento per la perdita delle certezze della vita quotidiana, le preoccupazioni per una persona cara malata: sono tante le situazioni che mettono a dura prova l’equilibrio psicologico ed emotivo in questo periodo.
Professionisti competenti, psicologi specializzandi iscritti al 2°, 3° e 4° anno delle scuole di Specializzazione in Psicoterapia, forniranno uno spazio nel quale le persone saranno propositivamente ascoltate, con la possibilità di attivare risorse per autoregolarsi e chiedere o sentirsi prospettare ulteriori interventi sulle sindromi di risposta allo stress nella fattispecie Ansia/Depressione e Disturbo da Stress Post Traumatico.
La consulenza prevede tre incontri online, deputati rispettivamente a: Analisi e Valutazione della richiesta; Individuazione delle risorse di autoregolazione connesse alle sindromi di risposta allo stress; Follow-up, ed eventuali indicazioni operative.
Nell’ultimo sondaggio condotto da Global Advisor su quasi 14.000 persone in 15 grandi Paesi, circa il 34% ha risposto di essere ansioso per la propria salute, il 15% si sente solo e il 12% è arrabbiato per le restrizioni alla propria libertà. Allo stesso tempo, più della metà del campione (55%) è preoccupata per coloro che sono vulnerabili o deboli, mentre poco meno di un terzo, il 31% degli intervistati, è felice di passare del tempo con la famiglia.
Si stima, inoltre, che oltre un miliardo e mezzo di bambini siano fuori dalla scuola e le famiglie non sempre sono preparate a gestire situazioni di crisi come quella generata dal coronavirus.